Il fratello di Battisti: combattevano contro lo Stato-mafia. Il piagnisteo dei sedicenti intellettuali
Cerca la battuta apodittica ma finisce per fare una vergognosa figuraccia Vincenzo Battisti, fratello del più noto Cesare Battisti, finalmente in carcere in Italia dopo anni di sfacciata latitanza in giro per il mondo.
“I brigatisti che combattevano lo Stato-mafia sono stati condannati, i mafiosi stanno a spasso. Dopo tanti anni ancora gli danno la caccia. Perché non vanno cercare Saccucci, che sta in Brasile e che lì vive felice e fa il signore? Perché non lo cercano e mai lo hanno cercato?”, dice all’Adnkronos il fratello del pluriassassino Cesare, condannato a più ergastoli, commentando l’arresto dei sette brigatisti in Francia.
Il riferimento che il fratello del membro dei Pac arrestato in Brasile ed estradato in Italia fa è a Sandro Saccucci, militante di Ordine Nuovo, e a Luigi Di Rosa, ucciso a Sezze il 28 maggio 1976.
“Lo Stato c’é o non c’é? – incalza Vincenzo Battisti senza alcun riguardo per le vittime del fratello killer. – No, non c’é lo Stato. La politica non c’é, fa come gli pare. Quello è un fascista balordo, a mio fratello hanno rotto le scatole tutta la vita, sono andati a prenderlo fino in Brasile per dargli l’estradizione. Quello sta lì, vive felice e fa il signore, quello nessuno lo cerca né lo ha mai cercato”.
Il piagnisteo irriguardoso di Vincenzo Battisti non è per nulla diverso da quello di altri ex-terroristi e familiari di ex-terroristi che cercano di buttarla in caciara.
E, naturalmente, non mancano i soliti sedicenti intellettuali, sempre disponibili ad offrirsi per battaglie di retroguardia a favore di assassini, purché rossi.
Li hanno protetti e coccolati nel passato. E ora tornano a fare anche loro il piagnisteo.
Diversi personaggi dello spettacolo e della cultura in Francia hanno firmato un appello, rivolto al Presidente Emmanuel Macron, “per mantenere l’impegno preso dalla Francia” nei confronti dei latitanti italiani per cui è stata richiesta l’estradizione, dei loro figli e delle loro famiglie.
Fra i firmatari del vergognoso appello che sollecitano Macron a non comportarsi come avrebbe fatto, al suo posto, un esponente del Rassemblement National, Agnès B., Valéria Bruni-Tedeschi – sorella della moglie di Macron – Georges Didi-Huberman, Annie Ernaux, Costa-Gavras, Jean-Luc Godard.