In migliaia verso Roma per urlare “Io apro” sotto le finestre di Draghi. Bus bloccati dalla polizia?
Elicottero in volo sul centro storico di Roma, dove al momento c’è una blindatura ‘light’ delle vie attorno a Palazzo Chigi, Montecitorio e Senato, con transenne e polizia che vigilano sulle persone in entrata e uscita, in attesa della manifestazione ‘Io apro’, con ben 130 pullman in arrivo da tutta Italia. Il timore è che si possano verificare gli scontri della settimana scorsa.
Alle 13, spiegano fonti di Polizia all’Adnkronos, le strade attorno ai Palazzi a cui puntano i manifestanti che chiedono aperture immediate verranno chiuse -anche attraverso il dispiegamento di blindati- per evitare che riaccada quanto registrato la settimana scorsa, con scontri fuori alla Camera dei deputati e due agenti feriti. La manifestazione organizzata sui social network dal movimento ‘Io Apro’ non è stata autorizzata dalla Questura di Roma e a quanto pare la polizia starebbe bloccando gli accessi alla Capitale dei manifestanti. Anche alla stazione Termini sarebbe in corso un’operazione di polizia per impedire l’arrivo a Montecitorio e Palazzo Chigi dei commercianti e ristoratori.
In arrivo da tutta Italia i manifestanti di “Io apro”
“Partiti, direzione Roma. Noi stiamo andando con le macchine, siamo tanti dalla Toscana del movimento ‘Io Apro’, ma non solo. Ci sono ristoratori provenienti da tutta Italia. Ci ritroveremo tutti nella Capitale, a gruppi di 500 persone e confluiremo tutti a Montecitorio”. Lo dice all’Adnkronos Mohamed “Momi” El Hawi, 34 anni, ristoratore di Firenze, leader del movimento “Io Apro”, che oggi sarà davanti a Montecitorio per protestare contro le chiusure degli esercizi commerciali. “Quante persone prevedo oggi? Decine di migliaia – spiega – centinaia di pullman pieni, traghetti, macchine, aerei. E tantissimi romani. Nel rispetto della legalità, chiaramente. Tutti sono stati informati di non alzare nemmeno un dito anche se provocati”. “Non vogliamo essere etichettati – ha aggiunto ‘Momi’ – noi siamo cittadini che hanno il diritto di manifestare. Toglierci anche questo sarebbe l’ultimo sopruso che non ci meritiamo”.