Isabella Rauti: “Famiglie umiliate, Draghi come Conte: diminuisce le risorse per gli asili nido”

28 Apr 2021 18:58 - di Angelica Orlandi
Famiglie asili nido

Famiglia questa sconosciuta. “Non c’è nessuna volontà esplicita del governo nel favorire i bisogni delle famiglie e la natalità “. Delusione per Isabella Rauti, senatrice di Fratelli d’Italia Isabella Rauti, responsabile del Dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e valori non negoziabili. “Nel Pnrr – spiega – tra la bozza di Conte e il piano del governo Draghi sarebbero sostanzialmente diminuite le risorse destinate al piano asili nido. La cifra indicata nel discorso del Premier alle Camere, ovvero 4 miliardi e 600 milioni, sarebbe infatti complessiva anche del potenziamento dei servizi educativi all’infanzia. Di conseguenza, l’obiettivo del 60% della copertura di posti necessari diventa irraggiungibile”.

Isabella Rauti, meno soldi agli asili nido

“Infatti – aggiunge Rauti – per i nidi mancano stanziamenti importanti per almeno 1 miliardo e 600 milioni. Mentre con le risorse destinate si raggiunge a malapena il 30% di copertura dei posti necessari negli asili nido. Servono, insomma, maggiori risorse ed espressamente finalizzate. E, complessivamente non esiste, nel Pnrr, una volontà politica esplicita e determinante di favorire la natalità; e di mettere al centro i reali bisogni delle famiglie. D’altronde anche la misura dell’assegno unico per ogni figlio, pare non decolli alla data prevista del 1 luglio”.

Famiglie: “Non ci sarà il tempo per votare l’assegno unico”

“La misura dell’assegno unico per ogni figlio – dice ancora Rauti – infatti, è stata approvata in aula alla Camera il 21 luglio 2020 e al Senato il 30 marzo 2021, ottenendo un voto unanime. Si era stabilito di erogare, finalmente, tale assegno con decorrenza data 1 Luglio; ma questo non sarà possibile stando alle risorse stanziate nel Pnrr nonché per la ristrettezza dei tempi: considerato che servono i decreti attuativi e dei calcoli non previsionali ma al netto: sulla base della Isee, del numero dei figli, e di altre condizioni: quali la presenza di figli con disabilità o madri giovani. È un fatto grave che tra l’approvazione alla Camera e quella al Senato si siano persi 8 mesi; e che si sia intrapresa la strada lunga e incerta di un disegno di legge”. “Inoltre – dice la Rauti – si è richiesta al Parlamento una delega in bianco; in quanto non è stata definita la quota dell’assegno. E il Presidente Draghi, alla vigilia del voto al Senato aveva dichiarato alla stampa la cifra di 250 euro mensili a figlio; ma era evidente sin da subito che non si trattava di una cifra reale (che realisticamente potrebbe oscillare tra i 100 e 200 euro): basti pensare soltanto alla platea dei minori che è di circa 10 milioni per capire che servirebbero almeno 30 miliardi. Ovvero 10 di più di quanto previsto nella legge di bilancio”.

Rauti: “Disattese le proposte di FdI”

In mataria familiare il Recovery Plan è fallimentare. “Da sempre le proposte avanzate da Fratelli d’Italia – spiega – puntano ad un prolungamento degli orari di apertura degli asili nido, anche nei mesi estivi; nonché l’incremento dei congedi parentali e l’abbattimento dell’iva al 5% per tutti i prodotti della prima infanzia. La nostra politica per le famiglie si muove nella logica del quoziente familiare. Che, in altri paesi europei, rappresenta una misura veramente universale. Mentre questo assegno unico non è universale ma condizionato dalla discriminante contenuta nell’Isee; e dal rischio che, nel riordinare in una misura unica i vari interventi previsti di bonus, sostegni e sgravi, alcune famiglie – potrebbero rimetterci.”. Il dato è grave: “Né il governo Conte 2 né il Governo Draghi hanno dimostrato un’attenzione specifica alle politiche per la famiglia: come dimostrano anche i vari Dl Ristori e il Dl Sostegni; nei quali non si è mai tenuto conto, per gli indennizzi, del carico familiare ovvero il numero dei figli.”

 

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