La Lega soccorre Speranza: «Non voteremo la sfiducia di FdI». Lui ringrazia, gli italiani no
Il solo annuncio della presentazione della mozione di sfiducia a Roberto Speranza fa scattare l’allarme rosso nella pur sconfinata maggioranza parlamentare. Fratelli d’Italia, che l’ha lanciata, sta già raccogliendo le firme necessarie. I Regolamenti prevedono che a sottoscriverla sia almeno un decimo dei parlamentari assegnati a ciascuna delle due Camere. A Montecitorio, dunque, ne servono 63. Il gruppo di FdI ne conta 33 ma il partito di Giorgia Meloni è certo che riuscirà nell’impresa. A muoversi nella sua scia, infatti, ci sono gli ex-grillini ora raggruppati in Ac, acronimo che sta per Alternativa c’è.
FdI incassa il sostegno di Ac: «Le nostre firme ci sono»
«Apprendiamo – scrivono in una nota congiunta deputati e senatori – che altre forze in queste ore presenteranno una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Speranza. La salute – proseguono – viene prima di ogni ideologia e il ministro Speranza non è riuscito a garantirla, visto che siamo il secondo Paese europeo per numero di morti in rapporto alla popolazione». Ac a parte, è chiaro che la mozione di sfiducia annunciata dalla Meloni apre una partita anche nel centrodestra. La posizione del ministro Speranza è sempre più indebolita. Lo stesso Draghi sarebbe intenzionato ad un promoveatur ut amoveatur per sollevarlo dal dicastero della Salute. La sua gestione della pandemia si è di fatto risolta in un appiattimento sulle posizioni, tutt’altro che granitiche per altro, del Comitato tecnico scientifico.
Molinari: «Deve cambiare la politica di Speranza»
I risultati sono disastrosi: siamo tra i primi in Europa per numero di decessi e tra gli ultimi per Pil prodotto. Persino le più recenti manifestazioni di piazza si sono rivolte soprattutto contro il responsabile della Salute. E lo stesso Salvini non ha fatto mistero di volerne l’allontanamento. Stupisce perciò l’atteggiamento della Lega nei confronti della mozione di sfiducia di FdI. «La vogliamo leggere», fanno trapelare in un primo momento fonti del Carroccio, dicendosi invece favorevoli al varo di «una commissione d’inchiesta sul piano pandemico, su ritardi ed errori». Ma dopo è il capogruppo Molinari a chiarire la linea. «Non vogliamo la testa di Speranza – dice -, vorremmo che cambiasse la politica di Speranza, perché c’è una maggioranza diversa». Il ministro ringrazia, gli italiani no.