Le trombosi che allarmano chi si vaccina: quali sono i sintomi e come si possono distinguere
Farsi il vaccino, nonostante le rassicurazioni degli esperti, per molti italiani è un momento di tensione. La parola chiave è “trombosi”. Il tam-tam di notizie che riguardano gli effetti di AstraZeneca e di Johnson&Johnson stanno creando confusione e imbarazzi. Le sospensioni delle somministrazioni e lo stop in Danimarca hanno fatto il resto. I casi sono rari, ma si registrano rinunce. E queste rinunce non aiutano a combattere la pandemia.
Da cosa sono provocate le trombosi
Molte sono le domande della gente e molte le risposte che danno gli scienziati. In un dettagliato servizio di Repubblica, si fa il quadro della situazione. Sul meccanismo che provoca le trombosi ci sono solo ipotesi. «Il fatto che le donne giovani siano le più colpite suggerisce un meccanismo di autoimmunità», spiega Andrea Cossarizza. È immunologo dell’università di Modena e Reggio Emilia. «I problemi di autoimmunità sono infatti concentrati fra le donne di 20-50 anni. Raramente questi disturbi colpiscono al di sopra dei 60 anni. Se questa ipotesi sarà confermata, è ragionevole pensare che chi non ha avuto problemi con la prima dose non dovrebbe averne con il richiamo. Ma i punti da studiare e chiarire restano ancora molti».
Ci sono cure non adatte
Un altro punto importante è quello delle cure. Non sempre, infatti, i pazienti hanno avuto quelle più adatte. Due studi sul New England Journal of Medicine descrivono 11 casi in Germania e Austria e 5 in Norvegia. Alcuni hanno avuto eparina e trasfusioni di piastrine (altra terapia non sempre indicata in questi casi). Con il tempo, i medici si sono resi conto che dovevano cambiare cura. «Le trombosi normali si trattano con l’eparina», conferma Pier Mannuccio Mannucci, ematologo dell’università di Milano. «Ma in questo caso i pazienti hanno anche un livello di piastrine estremamente basso. Somministrare eparina rischia di provocare emorragie».
Quali sono i sintomi
«I sintomi sono dolore alla testa o alla pancia fortissimi, uniti a disturbi neurologici. Una tac riesce a evidenziare i trombi. Un esame del sangue misura le piastrine, insieme ad altri valori che permettono di fare la diagnosi. Un test ad hoc fa vedere se si sono formati anticorpi contro la proteina Pf4. A quel punto, come cura, si possono usare immunoglobuline e cortisonici. Ma già solo evitare terapie non appropriate può far scendere la mortalità al 5-10% dei casi».
Trombosi, la presenza di coaguli nel sangue
Le trombosi legate ai vaccini (Vitt) hanno una combinazione di sintomi all’apparenza contraddittoria. C’è la presenza di coaguli di sangue (i trombi) ma le piastrine sono spesso vicine allo zero. Bisogna ricordare che proprio le piastrine sono responsabili della coagulazione del sangue. C’è solo un’altra forma di trombosi simile alla Vitt, si legge ancora su Repubblica. Avviene in rarissimi casi nei pazienti che hanno ricevuto il farmaco eparina e sviluppano una reazione immunitaria anomala contro di essa.