Lula, annullate le condanne ma solo per un vizio procedurale. Non canti vittoria, non è stato assolto
La Corte Suprema del Brasile ha confermato la decisione di annullare le condanne inflitte all’ex-presidente Luiz Inacio Lula da Silva. Che potrebbe, ora, candidarsi alle elezioni del prossimo anno.
Ma l’ex-presidente brasiliano che beffò l’Italia proteggendo il terrorista rosso Cesare Battisti, oggi in carcere nel nostro Paese dopo una sfacciata latitanza durata anni grazie a Francia e Brasile, non può vantare vittoria: non è stato assolto.
Otto giudici hanno votato a favore della conferma della decisione espressa il mese scorso, secondo le notizie delle ultime ore di Tv Justicia. Tre, invece, hanno votato contro. Per i legali del 75enne Lula, la decisione restituisce “credibilità al nostro sistema giudiziario”.
Ma certo non restituisce credibilità a Lula né, tantomeno, alla sua figura di uomo politico.
Non si tratta comunque di un’assoluzione dal momento che le condanne sono state annullate per un vizio procedurale. E i giudici devono ancora decidere se i casi debbano passare a Brasilia o San Paolo.
Lula, al potere dal 2003 al 2011, era stato condannato nel 2018 a 12 anni e un mese di carcere per corruzione e riciclaggio di denaro. Ed era stato rilasciato nel 2019 dopo 580 giorni dietro le sbarre.
A marzo un giudice aveva stabilito che il Tribunale della città di Curitiba che lo aveva condannato, non aveva competenza per giudicare Lula, finito nel mirino della famosa inchiesta Lava Jato.