M5S, tegola in arrivo per Conte dal pm di Cagliari sulla leadership
È scattato il conto alla rovescia sulla leadership dell’M5S e sulla stessa figura di Giuseppe Conte, investito della prestigiosa carica da Beppe Grillo ma appeso, come un re travicello, in queste ore al pronunciamento del pm presso il Tribunale di Cagliari. Che dovrà decidere a breve sul provvedimento di nomina del curatore speciale del M5S, in forza del quale la Procura di Cagliari potrebbe sollecitare Beppe Grillo, Garante dell’associazione, a convocare le consultazioni per la nomina dei componenti del Comitato direttivo.
Questo per consentire la costituzione della normale rappresentanza processuale nel giudizio promosso dalla consigliera regionale Carla Cuccu, assistita dagli avvocati Patrizio Rovelli e Lorenzo Borrè, contro l’espulsione (già sospesa con conseguente reintegra) dal M5S.
Il provvedimento, secondo quanto apprende l’Adnkronos, è appunto giunto ieri all’esame del pm di Cagliari.
La nomina dei componenti del Comitato direttivo – i quali, a loro volta, dovranno poi provvedere alla nomina del legale rappresentante – è infatti di competenza degli iscritti all’associazione. Ed avviene a mezzo consultazione su piattaforma telematica “indetta dal Comitato direttivo ovvero, in sua assenza od inerzia, dal Garante“, carica attualmente rivestita da Beppe Grillo.
La nomina dei componenti del Comitato direttivo potrebbe, dunque, costituire la pietra d’inciampo dell‘investitura di Conte poiché la leadership, a quel punto, passerebbe in mano all’organo collegiale, conformemente a quanto espresso dagli Stati Generali di novembre.
Il pm è tenuto a sollecitare Grillo, così prevede il codice di procedura civile. E se Grillo non procedesse, il pm può adottare provvedimenti coercitivi.
In tutto questo, prosegue la feroce lotta intestina in seno all’M5S sulla questione della piattaforma Rousseau che vanta crediti per parecchie centinaia di migliaia di euro dai parlamentari Cinque Stelle. Soldi che Casaleggio sta inutilmente reclamando da mesi, blandendo, minacciando e implorando i debitori. Che, però, fanno orecchie da mercante.
E’ “falsa notizia che Rousseau impedirebbe il voto per scegliere a chi destinare i 7 milioni di euro di restituzioni dei parlamentari. Nell’ultimo anno non ci è mai stata richiesta una votazione in merito, ma solo dopo che abbiamo comunicato al MoVimento che, a causa degli enormi debiti accumulati, non era più possibile erogare servizi – come il voto – solo allora, sapendo già che non fosse possibile, ci è stato richiesto”, puntualizza, su Facebook, Enrica Sabatini, socia dell’associazione Rousseau, tornando su una delle accuse mosse da alcuni parlamentari M5S.