Meloni a Draghi: «È passato un anno, basta coi ritardi nella Cig. Va pagata ogni mese» (video)
Dal Recovery alle norme anti contagio, dalla destinazione dei fondi all’efficienza della macchina amministrativa, a partire dal pagamento puntuale della Cig: Giorgia Meloni ha incontrato oggi Mario Draghi ed è tornata a chiedere quel cambio di passo necessario che ha giustificato la nascita del suo governo, ma che finora non si è visto né nelle questioni di merito né in quelle di metodo. La delegazione di FdI, insieme a Draghi, ha incontrato anche alcuni ministri, fra i quali il titolare dell’Economia, Daniele Franco.
FdI chiede lo stop al coprifuoco
Meloni ha chiesto al premier «un cambio di paradigma» sulle riaperture. «Per noi non è nelle prerogative del governo italiano stabilire se e quando i cittadini possono uscire di casa o tenere aperta la loro attività», ha ricordato, ribadendo che «le norme possono essere anche stringenti». «Ma la norma – ha avvertito – deve essere generale e riguardare tutti. Il governo si deve assumere la responsabilità dei protocolli, ma dopo più di un anno non si può più consentire che il governo stabilisca chi può fare o non fare qualcosa. Cose come il coprifuoco, che non c’entrano niente con la lotta al contagio, per FdI – ha ribadito la leader del partito – non si possono più portare avanti. Su questo siamo stati molto fermi».
Il piano per il Recovery resta sconosciuto
Meloni si è soffermata poi a lungo sul tema del Pnrr, del Recovery, intorno al quale era stato fissato l’incontro con Draghi. «Il governo – ha ricordato – non ha ritenuto di illustrare il piano, ha piuttosto chiesto le nostre proposte che noi abbiamo illustrato, a partire dal tema centrale della natalità e della famiglia». Una scelta «curiosa», ha commentato la leader di FdI, sottolineando che «è più facile dire la propria quando si sa di cosa si sta parlando». Invece, ad oggi, l’unica versione che il Parlamento conosce del piano per il Recovery resta quella del governo Conte. Eppure il 30 aprile il Pnrr dovrebbe essere presentato a Bruxelles.
«Indebitiamo i nostri figli, il Parlamento sia centrale»
«Temo ci sia stato confermato che il ruolo del Parlamento sarà molto marginale. E questa è una cosa che non ci sentiamo di avallare e sostenere, perché stiamo indebitando i nostri figli e le scelte strategiche – ha avvertito Meloni – vanno fatte dal Parlamento italiano». FdI, quindi, ha chiesto «tempi giusti» perché il Parlamento non finisca esautorato dalla discussione sul Recovery e Meloni ha voluto allontanare l’idea, adombrata dai media, che esista una precisa strategia per evitare la discussione parlamentare. «Il Parlamento ha il tempo di lavorare. Noi siamo disposti a stare giorno e notte in Parlamento per lavorarci, ma che non si pensi che il Parlamento possa essere bypassato», ha avvertito Meloni, ricordando che «il portavoce della Commissione europea ha detto che il termine del 30 aprile non è perentorio». Dunque, il tempo c’è.
Meloni a Draghi: «Pagare la Cig ogni mese»
«Noi abbiamo quasi sempre votato lo scostamento di bilancio in Parlamento, però voglio sapere che cosa ci si fa con le risorse. Sono disponibile a votarlo, purché mi si dica dove vanno a finire i soldi», ha avvertito ancora Meloni, tornando a chiedere «che tutte le risorse del prossimo scostamento di bilancio vadano solo e unicamente sulla salvaguardia del nostro tessuto produttivo. Che non si buttino soldi su cose stupide come il cashback come avvenuto in questi mesi». Inoltre, ha riferito Meloni, a Draghi «abbiamo chiesto interventi seri sulla Cig, che deve essere pagata mensilmente, e non, dopo più di un anno, con 3-4 mesi di ritardo».
I rischi del nuovo regolamento bancario Ue
Infine, nell’incontro col premier, FdI ha sollevato anche la questione del nuovo Regolamento europeo. «Prevede che, se tu hai uno scoperto di 100 euro per la persona e di 500 euro per un’impresa per più di tre mesi, puoi essere segnalato alla centrale rischi e considerato un debitore insolvente. Voi capite cosa significa nell’Italia di oggi? Una bomba sul nostro sistema». Per questo, ha chiarito la leader di FdI, «ho chiesto a Draghi, anche con l’autorevolezza che ha come ex presidente della Bce, di andare in Ue a chiedere la sospensione dell’entrata in vigore di questo Regolamento, perché quando finirà la moratoria dei prestiti noi avremo milioni, milioni, milioni di italiani segnalati che non potranno più chiedere un euro di debito. È una grandissima questione su cui nessuno sta mettendo la testa. Speriamo – ha concluso Meloni – che il governo ci ascolti».