Meloni: «Draghi come Conte. Chiusure a oltranza e ristori-elemosina, così l’economia va a picco»
Un anno perso. Sulla gestione della pandemia il governo Draghi persevera negli errori del suo predecessore. Una strategia fallimentare. Giorgia Meloni, intervistata dal Tempo, denuncia la politica delle chiusure e dei confinamenti a oltranza. E l’elemosina dei ristori per le categorie senza incassi da 13 mesi.
Meloni: a una anno dalla pandemia non è cambiato niente
“Un anno dopo siamo praticamente al punto di partenza. Ed ed è surreale che nessuno a Palazzo Chigi abbia l’umiltà di interrogarsi. Di capire cosa ha funzionato e cosa no. Si continua con la politica delle chiusure generalizzate invece di intervenire sui reali focolai di contagio, a partire dal trasporto pubblico”.
La leader di Fratelli d’Italia punta i riflettori sui contraccolpi per l’economia del blocco della attività produttive. “Si continua a fare la scelta più facile. Chiudere tutto e scaricare su ristoratori, baristi e gestori di locali le proprie responsabilità. Un’eccellenza del nostro sistema produttivo viene massacrata. E contemporaneamente favoriamo le multinazionali del delivery. Che incentivano anche i consumatori a utilizzare la moneta elettronica. Su cui si pagano le intoccabili commissioni alle banche. Insostenibile”.
Draghi persevera negli errori di Conte
Pressing sull’ex governatore della Bce perché batta un colpo. “Il governo deve risolvere il problema dei trasporti pubblici e degli ingressi illegali in Italia”, è lì che si annidano i focolai. “Deve e lasciare alle imprese e alle attività che rispettano tutte le normative anti -contagi la libertà di lavorare. È un diritto sacrosanto, sancito dalla Costituzione”.
“Il decreto sostegni è un’elemosina”
Non va meglio con il decreto sostegni. “È totalmente insufficiente a impedire che centinaia di attività falliscano”, dice la leader di Fratelli d’Italia. Numeri alla mano il decreto riconosce aiuti che vanno solo dall’1,7% al 5% del calo del fatturato del 2020 rispetto al 2019.” C’è veramente qualcuno che pensa che un ristoratore che ha perso centinaia di migliaia di euro si salverà col 2% di ristoro? In compenso continuiamo a spendere soldi in mille rivoli inutili. Come la proroga dei navigator. In questo momento serve concentrare ogni risorsa disponibile per salvare il nostro tessuto produttivo”.
FdI: subito l’abolizione del cashback
Le proposte di Fratelli d’Italia, l’unico partito all’opposizione, vengono sistematicamente respinte.
“Avevamo chiesto a Draghi di sospendere il cashback. E destinare i 5 miliardi ora impiegati nell’ideologica lotta al contante ai ristori, ma ci ha detto di no. Mercoledì sarà discussa in Senato la mozione di FdI proprio sull’abolizione del cashback. E vedremo come voteranno le varie forze politiche”. Altro intervento necessario il blocco o la riduzione delle tasse per le attività chiuse. “Da mesi chiediamo al governo di intervenire per abbattere i costi fissi, come affitti e bollette. Solo così possiamo cercare di aiutare le aziende italiane a sopravvivere e ripartire”.
Riaperture progressive in sicurezza
Anche perché – fa notare – sul fronte del Fisco arrivano sempre cattive sorprese. L’ultima riguarda l’aumento della tassa sui rifiuti. “Che ha raggiunto, l’anno scorso, il livello record di 9,73 miliardi. Con la pressione fiscale passata dal 42,4% del 2019 al 43,1% del 2020 come certificato dall’Istat. Con una pressione fiscale reale ben più elevata, stimata oltre il 48%. Con queste premesse, è necessario sin da subito iniziare a programmare riaperture progressive in sicurezza: non si può attendere oltre”.