Milano, Sala “bastonato” dai revisori dei conti: bilancio “sovrastimato e inattendibile”
Sala bocciato. Un bilancio molto allegro quello del Comune di Milano. I revisori dei conti lo “stroncano”. I contabili definiscono il bilancio preventivo messo a punto dalla giunta Sala e approdato in Consiglio comunale, “sovrastimato”, in particolare su alcune voci di entrata: in particolare quelle derivanti da sanzioni da codice della strada e dalle valorizzazioni e dismissioni immobiliari. Va all’attacco il centrodestra, che stigmatizza da un lato «il mantenimento delle tasse ai livelli del 2019, come se il Covid non sia mai esistito»; dall’altra parla di bilancio gonfiato per ragioni di campagna elettorale».
Sala, bilancio del comune di Milano “inattendibile”
Il documento di previsione 2021 è arrivato in ritardo al vaglio del Consiglio comunale rispetto ai tempi consueti. “Le polemiche sollevate dall’opposizione di centrodestra nelle commissioni su temi-chiave come: tasse, spese per la sicurezza e previsioni di entrata hanno trovato una forte eco nell’aula di Palazzo Marino”, leggiamo sulle pagine milanesi di Libero. Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia, parla di «un bilancio gonfiato per ragioni di campagna elettorale, prodotto da una amministrazione che sta annaspando e non fa altro che scaricare sulla prossima giunta quei tagli consistenti che invece sarebbe chiamata a fare oggi in prima persona. Ma che avrebbero effetti devastanti, a pochi mesi dalle amministrative».
Milano, confermate le previsioni del centrodestra
Lo stesso giudizio dato dal centrodestra danno ora i revisori dei conti. “Inserite alcune previsioni ottimistiche e inattendibili sulle entrate”, scrivono. Le loro perplessità riguardano soprattutto due delle voci di entrata: i proventi da sanzioni amministrative da codice della strada e quelli da alienazioni e valorizzazioni immobiliari. Nel primo caso, nel 2020 la cifra era pari a 124.300.000 euro, la cifra messa ora a bilancio per il 2021 è stata di 190.500.000 euro, con un incremento di 66,2 milioni di euro; ovvero ben oltre il 50% in più di quello che il Comune ha incassato l’anno scorso. Un dato sconcertante, un dato che i revisori dei conti hanno definiscono con un linguaggio più “tecnico”«sovrastimato: tenuto conto delle regole di mobilità imposte dal lockdown»: le auto che impattano in città sono certo in numero inferiore rispetto al passato. Conseguenza vorrebbe che pure le sanzioni lo fossero.
Milano bilancio “gonfito”: due voci inserite da Sala non tornano
Quanto agli introiti da dismissioni di beni immobiliari, quantificati in 1,6 miliardi di euro, i revisori vogliono vederci chiaro. Scrivono, pertanto che «non vi è indicazione specifica nel Documento (…) degli immobili che si intendono alienare per il suddetto valore; considerato che il suddetto Piano non è valorizzato (…)». Pertanto, proseguono, «non può ritenersi possibile, nel corso dell’esercizio finanziario, procedere all’alienazione di un bene che non sia stato compreso nel piano stesso». Opposizioni critiche anche sul fronte tasse, «lasciate invariate al 2019, come se il Covid non fosse mai esistito. Un caso per tutti: lo scempio risuonato nelle piazze di questi giorni: «Far pagare la tassa sui rifiuti ai ristoratori. Che per mesi e mesi di rifiuti non ne hanno nemmeno prodotti perché le attività erano chiuse: una vera follia. Ma Sala pensa ad altro più che ai conti in regola, alla moschea alle piste ciclabili che stanno facendo imbestialire i residenti, agli immigrati, che vorrebbe più numerosi nel suo “modello” di Milano. Degno compagno di Letta e del Pd ini tema di ius soli. Questo è Sala.