Minorenni nordafricani, ecco le gang che fanno paura. A Torino è allarme sociale. “Restano impuniti”
La microcriminalità dei minorenni nordafricani a Torino fa spavento. Se ne accorgono anche i giornali tradizionalmente buonisti. Il quotidiano Repubblica, nell’edizione di Torino, ha dedicato due pagine e un ampio servizio sul sito, alle baby gang che imperversano nella città della Appendino.
“Le forze dell’ordine li conoscono, più volte li hanno identificati, riconoscono anche certi indirizzi ricorrenti. Spesso li hanno portati in caserma o in commissariato e qualche volta li hanno arrestati”. Così scrive il quotidiano riportando le notizie dei giovani nordafricani. Tra di loro anche quelli che hanno partecipato alle rapine con lo spray che hanno portato alla tragedia di piazza San Carlo. Due morti e centinaia di feriti, dopo che avevano cominicato a spruzzare spray urticante sulle vittime assiepate per vedere la partita della Juventus in piazza.
“Era il 3 giugno 2017, sullo sfondo si vedono i palazzi di Torino che scorrono veloci mentre i due scappano da piazza San Carlo, dove stava succedendo il finimondo, una folla di tifosi che fuggiva calpestandosi e ferendosi durante la finale di Champions della Juve. Era la prima volta che Torino apriva gli occhi su quella banda che non è una banda”. Infatti, come ha titolato il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, l’ha definita banda fluida.
Youssef, Mehdi, Rami, il curriculum criminale
“Youssef, Mehdi, Rami e gli altri: uno sciame di baby criminali che si muove tra le vie di Torino senza che nessuno li noti. È una grande banda fluida, che si compone e si scompone all’occorrenza. Ragazzini mimetizzati dentro gli stessi abiti griffati delle star dei social con cui vorrebbero scambiare le proprie vite”.
Il giornale registra storie raccapriccianti. Come quella di “Haani, che si annoiava, davanti al giudice, quando doveva rispondere di violenza sessuale di gruppo nei confronti di un’adolescente”. O come Moahmedd, che fa il pusher, a 12 anni. E che ovviamente, considerata la minore età resterà impunito. Repubblica ha intervistato giudici e poliziotti e le risposte denotano una situazione di assoluta impotenza.
«Probabilmente abbiamo colpito alcuni dei componenti più attivi e impaurito gli altri – ipotizza la procuratrice capo dei minori Emma Avezzù – Non si può dire che la criminalità minorile in città sia in mano a una gang, come invece avviene per esempio a Genova o Milano. Ciò non toglie che a Torino ci sia una situazione del tutto particolare e siano spesso gli stessi nomi a ricorrere negli atti giudiziari, coinvolti non solo in rapine ma anche in altri reati».