Nel salotto di Floris terrorismo sulle riaperture: rischiamo 1300 morti al giorno. Ma arriva la smentita
A DiMartedì Giovanni Floris ha mostrato uno studio elaborato dalla Fondazione Bruno Kessler che mostrerebbe come con le riaperture del 26 aprile si rischiano 300 morti al giorno fino a metà luglio e nello scenario peggiore si arriverebbe addirittura a 1300 decessi. Ma è stata la stessa Fondazione, per evitare strumentalizzazioni, a mettere i puntini sulle “i”.
Ma lo studio della Fondazione Kessler non riguardava le riaperture
Nello studio della Fondazione Kessler “non sono contenute predizioni del possibile effetto delle riaperture e non vengono dati pareri su quali siano i settori da riaprire o meno”. Lo precisa Stefano Merler, epidemiologo della Fondazione Bruno Kessler, in relazione alle “informazioni apparse con grande risalto sui media” sulla presentazione scientifica tenuta dallo stesso Merler al Comitato tecnico-scientifico lo scorso 16 aprile sui possibili effetti delle riaperture del 26.
Si stimavano solo gli effetti del rialzo dell’indice Rt
Lo studio, spiega Merler, “si limita a fornire una stima del possibile impatto in termini di numero di casi e decessi attesi nel breve-medio periodo sulla base di diversi scenari ipotetici. Associati al livello di trasmissibilità (Rt) che si raggiungerà a seguito delle riaperture. Su quale sia il livello di trasmissibilità a seguito delle riaperture stesse non viene detto nulla. Anche perché noi ricercatori di Fbk riteniamo non sia possibile stimarlo oggi”.
In estrema sintesi, evidenzia l’epidemiologo, “lo studio suggerisce solo cautela e gradualità nelle riaperture, mantenendo possibilmente Rt sotto 1. Perché il potenziale di trasmissione nel breve termine è ancora elevato. Cautela e gradualità suggerite anche da altri studi sull’impatto della vaccinazione condotti da Fbk e pubblicamente disponibili”.
Né si teneva conto dell’accelerazione del piano vaccinazioni
Nello studio inoltre non si tiene conto “della forte accelerazione sul piano delle vaccinazioni” precisa Merler . Le previsioni infatti risalgono a inizio aprile. Nonostante ciò quel rapporto è diventato un’arma per delegittimare chi chiede aperture più flessibili per incoraggiare la ripresa economica.