Protesta ristoratori, Cacciari: «Ma quali infiltrati? Il Paese è alla canna del gas, il Pd non lo capisce»
«Ma quali infiltrati, scherziamo?». Parlando di quello che è successo alla manifestazione dei ristoratori davanti Montecitorio, Massimo Cacciari non si allinea alla lettura di violenze messe in campo da fantomatici agitatori e semmai anche orchestrate dall’estrema destra. E spiega senza mezzi termini perché si arriva a quella semplificazione, che in qualche modo è rassicurante per chi governa: la sinistra non è in grado di interpretare gli interessi delle persone in difficoltà. «Non è un fatto di oggi, sono almeno 20 anni che è così», ha spiegato il filosofo, per il quale è indispensabile «un cambio di passo economico e comunicativo».
Cacciari: «Infiltrati fra i ristoratori? Non scherziamo»
Per Cacciari «è semplicemente ridicolo e fuori dalla realtà pensare che le manifestazioni e gli scontri siano il frutto di manipolazioni. Un terzo del Paese è alla canna del gas e sta vivendo una situazione che va dal drammatico al pesante». «Come si fa a non accorgersi di questo? Io davvero non lo capisco…», ha detto il professore, in un’intervista al Giornale. Del resto, i segni di una rabbia che si stava accumulando e che prima o poi sarebbe esplosa erano tutti lì, evidentissimi. Cacciari, parlando ancora della protesta dei ristoratori, ha ricordato infatti che «è da un anno dico che senza ristori sufficienti il problema sarebbe diventato sociale. Non sono un veggente, ma era evidente che andasse a finire così».
Draghi «non ha migliorato in niente la situazione»
Insomma, è mancata la politica. Una politica efficace e capace di dare risposte, che non può trincerarsi dietro il mantra de “la salute prima di tutto”. «Invece di filosofeggiare – ha avvertito Cacciari – Speranza dovrebbe pensare a risolvere i problemi e a vaccinare tutti entro l’estate». Serve, poi, anche «un cambio di passo da un punto di vista economico e comunicativo». Non basta il semplice avvicendamento a Palazzo Chigi. Draghi, per Cacciari, «non si discute, anche perché riesce ad avere la fiducia dei mercati finanziari». «Ma per quanto riguarda la gestione della pandemia, per adesso non ha migliorato in niente la situazione. Tutte le promesse – ha rilevato l’ex sindaco di Venezia – sono rimaste lettera morta a partire dai ristori».
Nessuna discontinuità anche sulle chiusure
Dunque, anche Cacciari rileva quella mancanza di discontinuità che, nel deserto dell’unanimismo, viene denunciata quotidianamente dall’unica opposizione di FdI. «Serve una politica economica che ridistribuisca i costi di questa crisi. I soldi ci sono, bisogna solo andarli a cercare per dividerli equamente», ha chiarito il filosofo, ricordando però che i problemi non sono solo lì. A denunciare l’improvvisazione della politica c’è poi l’aspetto comunicativo. «Apriamo, anzi no chiudiamo… apriamo solo a metà. Non si capisce più nulla. Vogliamo tenere tutto chiuso? Teniamo tutto chiuso, basta che non continuiamo con questo tira e molla che finisce col creare solo situazioni paradossali», ha avvertito Cacciari, parlando di «occasionalismo puro» in scelte come la chiusura dei ristoranti o il balletto delle quarantene per chi torna dall’estero.
In Italia «una gestione disastrosa» della pandemia
Non va meglio neanche sulla campagna vaccinale, dove si registra uno «scaricabarile» che dalle Regioni arriva all’Europa, passando per il caso Astrazeneca. «L’Europa ha fatto una figura atroce rispetto alla Gran Bretagna. E anche le autorità sanitarie hanno dimostrato di essere fuori di testa. Come fa la gente a stare tranquilla?». E, in un contesto europeo quanto meno infelice, «noi abbiamo fatto la figura peggiore». «Fin dall’inizio la nostra è stata una gestione disastrosa in cui sono emerse tutti i problemi del Paese in ogni campo». Così, per Cacciari, «torniamo all’inizio: non ci si può scandalizzare se poi le persone vanno in piazza».
L’atto d’accusa di Cacciari al Pd
È evidente che per il filosofo da quel modo di scandalizzarsi emerge tutta la debolezza della sinistra che da «almeno 20 anni» non è più in grado di mettersi in connessione con il Paese e, in particolare, con le fasce maggiormente in difficoltà. Uno scenario che, per Cacciari, difficilmente cambierà con l’arrivo di Enrico Letta al Nazareno. «Non sono per nulla ottimista», ha spiegato il professore al Giornale, secondo tra l’altro il quale per «dire che Letta è di sinistra ce ne vuole…». «Mi sarei aspettato un confronto, un dibattito congressuale. Un partito serio si sarebbe comportato così». Invece «è arrivato Letta ed è stato eletto all’unanimità. Così pensano di aver risolto magicamente tutti i problemi?».
Salvini? «Ora deve stare solo zitto e buono»
«Non scherziamo, stiamo parlando di fantapolitica», ha detto Cacciari, rivelando comunque di non stupirsi più di niente. Neanche di Matteo Salvini nel governo Draghi. Una scelta che, comunque, indebolisce il segretario del Carroccio. «Ora deve stare zitto e buono, altrimenti i leghisti più moderati, come Giorgetti e Zaia, prima o poi lo faranno fuori», ha pronosticato Cacciari, che anche su Draghi ha fatto un pronostico: «Credo che stia lavorando per diventare tra un anno il Presidente della Repubblica e d’altronde chi potrebbe mai impedirglielo?».