Ragazza stuprata, il Pd all’attacco di Grillo: ora il governo Draghi vacilla e Conte trema
C’è indignazione, nel Pd, per il video con cui Beppe Grillo ieri ha difeso suo figlio dalle accuse di stupro attaccando allo stesso tempo la ragazza che aveva denunciato. C‘è indignazione, e non solo nelle donne, perfino da Enrico Letta, forse consapevole che un eccesso di critiche al leader del M5s potrebbe mettere in discussione l’alleanza con i grillini e finanche l’esistenza stessa del governo Draghi.
La ragazza stuprata e la condanna di Letta
Dopo Enrico Letta, che ieri ha parlato di “frasi inaccettabili” da parte di Grillo, oggi tuona Irene Tinagli, vicesegretaria del Pd. “Le parole di Grillo sono inaccettabili e vergognose. Solidarietà alla ragazza, alla famiglia e alle vittime di ogni violenza. Non importa quando denunciate, cosa avevate fatto o indossato: non siete né complici né colpevoli. La politica deve sempre affermare questo principio”.
L’altro vicesegretario Peppe Provenzano non si risparmia: “Le parole di Grillo sono inaccettabili, tutta la solidarietà alla ragazza denigrata. Il M5S acceleri la sua transizione e con la guida di Conte abbracci sempre e comunque garanzie e principi dello Stato di diritto, in cui quel video è semplicemente inconcepibile e da condannare”. La strategia del Pd è evidente: allontanare quanto più possibile il M5S dalla scheggia impazzita Beppe Grillo per poi poterne disporre a piacimento grazie al “democristiano” Conte.
La vergogna di Grillo e la rabbia di Lattanzio (Pd)
“Il video di Grillo di ieri è volgare e pericoloso. Ma lampante: rende evidente il più bieco sessismo e familismo che ancora infetta in larga parte questo paese. E’, inoltre, un video che manda un messaggio violento e sbagliato: la colpevolizzazione della vittima è frutto del più becero maschilismo e machismo. Si banalizza uno presunto stupro di gruppo, ci si scaglia ancora una volta contro la vittima, si dimostra (ma di questo ne avevamo il sospetto) di non capire nulla della dinamica della violenza di genere. Il giustizialista che ha contribuito in questi anni ad alimentare gogne pubbliche e processi sommari, diventa improvvisamente iper garantista quando si tratta del figlio”. Così in una nota il deputato del Pd Paolo Lattanzio, membro della commissione Cultura della Camera.
“Anzi – aggiunge -, addirittura si erge a giudice, stabilendo che era solo una ragazzata. Inaccettabile è la potenza mediatica del personaggio pubblico messa al servizio di una gogna per la reale vittima. A Grillo ricordiamo che per fortuna il codice rosso prevede che la denuncia di una violenza si possa presentare fino a 12 mesi dopo. Io voglio credere che non si sia reso conto del danno enorme che ha fatto alla società e anche al figlio che voleva difendere con questo video”. “Quanto a noi – conclude -, non ci resta che prendere questa orribile vicenda per riflettere su quanti passi avanti deve fare ancora questo paese sulle questioni di genere”.