Riaperture, fucilata di Porro contro Galli: “Per l’oracolo del lockdown dovremmo restare chiusi a oltranza”
Porro contro Galli. Si sa che da tempo ormai il giornalista in forza a Mediaset, a Quarta Repubblica su Rete4, come dal suo sito, incoraggia la campagna sulle riaperture. E boccia severamente i chiusuristi. Per questo, quando ieri il virologo dell’Ospedale Sacco di Milano, ospite da Lilli Gruber a Otto e Mezzo, si è espresso con toni veementi e modi pessimistici sulle ultime decisioni assunte dal governo Draghi a riguardo, Porro non ci ha visto più. E dal suo sito web ha lanciato strali e bordate contro l’esperto che imperversa in tv. Esordendo con un caustico: «Il solito Galli ne dice un’altra delle sue. Stavolta non gli sta bene il primo passo in avanti fatto da Draghi sulle riaperture»…
Riaperture: Porro contro Galli
Nella sua ultima intemerata tv, dunque, Massimo Galli dal salotto radical dem della Gruber su La7, ha commentato negativamente l’apertura dell’esecutivo su un possibile ritorno alla normalità e alla produttività. Di più. Il prof ha parlato espressamente di «rischio calcolato» sulle riaperture che, come ormai noto, fissate in calendario per il d-day del 26 aprile, saranno graduali e sempre vincolate al coprifuoco. Una possibilità dettata dalla crisi delle imprese (ormai alal canna del gas) e dall’impazienza dei cittadini, che galli non vede di buon occhio. E rispetto alle quali, come riferisce anche Libero in un servizio sul “caso”, l’infettivologo del Sacco di Milano si è detto assolutamente contrario. Asserendo: «Un rischio calcolato male. Abbiamo ancora più di 500.000 attualmente positivi: il che vuol dire che sono almeno il doppio quelli che ci sono sfuggiti»…
L’intemerata di Galli ospite della Gruber
E giù con l’infettivologo che inveisce contro governo e riaperture. Bocciando il sistema della tavolozza (per la verità inviso a molti) e tuonando, more solito, contro la campagna vaccinale con paragoni ingrati, Galli dalla Gruber, insiste a dire favore di telecamere. «Abbiamo ancora una importantissima parte di 70enni. 80enni. E 90enni non vaccinati. Rispetto a un Paese come la Gran Bretagna che ha chiuso per un periodo lungo e molto duramente e che ha circa 41 milioni di dosi somministrate, la situazione nostra è diversa… basta vedere soltanto l’esempio della Sardegna»…
Porri contro Galli: «Il solito ritornello» a dispetto a tutto…
Insomma, in spregio alle rassicurazioni decretate nelle ultime ore da altri colleghi di Galli, asserragliati su altre posizioni. Contro anche il più flebile ottimismo che riesce a trasudare persino dalle sacche degli integralisti della cautela e della prevenzione. In barba a lavoratori in ginocchio e studenti in preda a una crisi di nervi da dad, ormai endemica, Galli tuona contro. E Porro controbatte: «Insomma: il solito ritornello. E poco importa se pure l’ad di Pfizer, Albert Bourla, ha assicurato che presto il coronavirus diventerà come una normale influenza. Poco importa se gran parte delle Regioni hanno ormai dati utili per allentare le maglie delle restrizioni. Per l’oracolo del lockdown dovremmo restare chiusi a oltranza, in barba alla crisi economica».
La chiosa dell’invettiva di Porro vira sull’ironia
Ma poi, quasi a voler modulare l’irruenza dell’invettiva con un pizzico d’ironia, Porro contro Galli aggiunge: «È sicuro che gli italiani tra dieci giorni si riverseranno nei dehors per godersi un aperitivo. Tutti tranne uno: il rigorista Galli non ci sarà». Uno a zero per il giornalista. E la palla torna al centro...