Sallusti contro Pd, grillini e Renzi: «Dovete solo vergognarvi, sugli sbarchi spettacolo indegno»
«Matteo Salvini non è un “sequestratore di uomini”, secondo il parere del pm che ha chiesto, dopo tre anni di indagini, di prosciogliere il leader della Lega dalle accuse per i blocchi navali decisi quando lui era ministro dell’Interno del governo gialloverde Conte uno». Lo scrive Alessandro Sallusti sul Giornale dopo la richiesta della procura di “non luogo a procedere” per Salvini sul caso Gregoretti. «Fermare le navi cariche di immigrati all’ingresso dei porti italiani non fu una mattana dell’allora Capitano, ma una decisione politica condivisa dell’intero governo e come tale non soggetta al giudizio della magistratura».
Sallusti: «È mutato il clima politico»
Il direttore del quotidiano scrive ancora: «Non voglio illudermi. Non è cambiata l’aria all’interno della magistratura, ma è mutato il clima politico, dato che oggi Salvini è un membro importante di un governo di presentabili all’occhio degli osservatori internazionali. Diciamo, per semplificare, che la magistratura, non so quanto imbeccata in tal senso, ha voluto evitare a Draghi l’imbarazzo di avere un socio rinviato a giudizio per sequestro di persona». È il rovescio della medaglia della “giustizia politicizzata”, osserva ancora Sallusti, «di quel “sistema” ben raccontato da Palamara per cui le inchieste si fanno o si disfano non in base alla legge, ma alla convenienza».
«Un’assurda inchiesta durata tre anni»
Attenzione, avverte Sallusti, «non fraintendiamo. In questo caso diritto e giustizia coincidono, ma qualcuno dovrebbe spiegarci il perché di un’assurda inchiesta durata tre anni nonostante anche a uno sprovveduto fosse chiaro da subito che il ministro Salvini non avrebbe potuto fare alcunché (è scritto nella Costituzione) senza l’approvazione, implicita o esplicita poco importa, del primo ministro Conte e dei suoi colleghi di governo».
Sallusti: «Pd, 5S, Italia Viva dovrebbero vergognarsi»
In questa storia, si legge ancora nell’articolo, «gli unici pagliacci non sono i magistrati che hanno dato la caccia a Salvini». E poi ancora: «Né i giornali e gli opinionisti che li hanno assecondati. A doversi vergognare sono anche i parlamentari dei Cinque Stelle, del Pd e di Italia Viva». Che, osserva, «per motivi esclusivamente politici (Salvini aveva fatto cadere il governo ed era passato all’opposizione) hanno venduto – con un voto favorevole all’autorizzazione a procedere – il collega diventato scomodo ai tribunali, per azzopparlo per via giudiziaria. Fu uno spettacolo indegno (vero Matteo Renzi, garantista solo per te stesso?) che la richiesta di proscioglimento di oggi non cancella. Politica e giustizia purtroppo vanno a braccetto, nel bene e nel male. Questa volta è andata bene, ma quante volte è andata e andrà male?»