Salvini e Letta, faccia a faccia per la tregua. “Non litighiamo per il bene del governo Draghi”
Il faccia a faccia tra Enrico Letta e Matteo Salvini è durato un’ora e mezza. E il succo dell’incontro è stato: tregua armata per il bene del governo Draghi. Salvini la vede così: «Entrambi abbiamo interesse perché il governo Draghi sia un successo per l’Italia e gli italiani». Osserva Letta: «Con la Lega andremo alle elezioni su fronti contrapposti ma in questo momento insieme sosteniamo il governo Draghi, tifiamo per il governo Draghi per far uscire l’Italia dalla pandemia con i vaccini e la ripresa economica». Il perno del patto è il decreto che aiuterà la ripartenza delle imprese.
Salvini: sgomberare il tavolo dagli argomenti divisivi
Salvini ha spiegato al segretario dem che bisogna sgomberare il tavolo dagli argomenti divisivi. «Abbiamo parlato dei temi su cui c’è accordo: salute, decreto impresa, lavoro. Se mettiamo gli elementi divisivi sul tavolo non facciamo un bene al Paese». E che fine farà la bandiera dello ius soli e, soprattutto, la legge Zan tanto agognata a sinistra? Al momento l’obiettivo principale di entrambi i leader è un altro: il decreto per sostenere le imprese e allentare le tensioni sociali. 40 miliardi di euro, per coprire costi fissi, finanziamenti, di pmi, commercianti, ristoratori.
Letta poi vede Draghi e gli chiede di “controllare” Salvini
La tregua durerà? La risposta arriva dallo stesso Letta che, dopo avere visto Salvini, va da Draghi per sensibilizzarlo – scrive La Stampa – sulla preoccupazione (sua e dei sindaci dem) che Salvini continui a fare il doppio gioco: sparando sul governo e «mettendone a rischio la tenuta», dice Matteo Ricci, sindaco di Pesaro. Allo stesso tempo Salvini tranquillizza i suoi: “Non mi legano le mani”.
Un patto sulla legge elettorale tra Lega e Pd?
Il vero nodo politico al centro dell’incontro, secondo molti commentatori, è stata la legge elettorale. “Il vero oggetto su cui Letta tenta di costruire un’intesa di legislatura con Salvini è la legge elettorale – scrive Il Giornale – sul tavolo, il segretario dem ha messo un sistema a doppio turno con premio al 55% che eviti al Paese di avere «sette governi in dieci anni», e che «polarizzi il sistema attorno a Lega e Pd, con le rispettive coalizioni». Il capo del Carroccio in pubblico si schermisce («Non ne abbiamo parlato, e comunque mi va bene la legge elettorale che c’è», dice), ma a porte chiuse si è mostrato interessato, assicurano i dem. Anche perché «conviene anche a lui diventare il player dominante della sua alleanza», imbrigliando le velleità di Giorgia Meloni. Così come a Letta sta a cuore di imporre l’egemonia del proprio partito sull’acefalo e confuso M5s, obbligandolo a coalizzarsi alle condizioni dem”.