Senato, non passa la sfiducia a Speranza: La Russa a FI e Lega: «Ora non potete più parlare»
L’aula del Senato ha respinto la mozione di sfiducia al ministro della Salute, Roberto Speranza, presentata da Fratelli d’Italia. Contrari sono stati 221 senatori, a favore 29, astenuti sono risultati in tre. Come da copione, il Senato respinge. A nulla è valso, dunque, ricordare in aula tutte le opacità, le incongruenze e le contraddizioni legate alla sua gestione. Più che i fatti, hanno contato i numeri e gli schieramenti. Scontato, del resto. E dire che Giorgia Meloni le ha tentate tutte per convincere i suoi alleati a sfiduciare il ministro da lei bollato come «simbolo e principale promotore della follia del coprifuoco». Lo ha fatto in un post su Facebook, in cui ha denunciato la «fallimentare gestione dell’emergenza sanitaria». Da qui l’impegno «a non dare tregua» al governo sul coprifuoco, «anche andando contro tutto e tutti».
La Meloni: «Speranza simbolo del coprifuoco»
Un impegno, appunto, che avrebbe voluto condividere con l’intero centrodestra, parte del quale è oggi stretto intorno a Draghi. Ma va anche aggiunto che la prima a non nutrire in proposito particolari illusioni era proprio la leader di FdI. «Voi che dite – aveva infatti scritto la Meloni -, la maggioranza lo boccerà come il nostro odg sul coprifuoco, o qualcuno avrà il coraggio di schierarsi con noi?». Un interrogativo sciolto qualche ora più tardi dalla votazione del Senato sulla mozione. Ovviamente, con una maggioranza così vasta e variopinta, non era certo il suo esito a poter essere messo in discussione.
Il forzista Gasparri non partecipa al voto
Che Speranza restasse in sella, l’aveva infatti già previsto, in sede di dichiarazione di voto, Ignazio La Russa. Il tema era semmai il voto degli alleati di Fratelli d’Italia. E l’ex-ministro della Difesa non lo ha nascosto. «Rispetto gli amici della Lega e di FI – ha premesso -. Hanno accettato di stare in questo governo e ora li controllerò uno ad uno. E quelli che avranno il coraggio di confermare la fiducia a Speranza non potranno più dire nulla». Un avviso cui, attraverso il capogruppo Romeo, la Lega ha risposto annunciando la richiesta di una commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza. In ogni caso, per Lega e FI (con l’eccezione di Gasparri, che non ha partecipato al voto) «la fiducia va a Draghi e non a Speranza».