Speranza è sull’uscio: 3 mozioni di sfiducia. Fdi: con lui 150 salottieri. Con noi 150.000 italiani
Roberto Speranza è praticamente sull’uscio. In senato arrivano 3 mozioni di sfiducia. Fratelli d’Italia, che può avocare a sé il primato dell’iniziativa, dichiara soddisfatto: A sostenere il ministro ci sono 150 intellettuali da salotto. Con noi 150.000 italiani comuni». Quelli che, rimarca Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi, vivono sulla loro pelle le difficoltà generate da errori gestionali e iniziative fallimentari che hanno minato efficacia e tempestività della gestione della pandemia.
Sfiducia a Speranza: depositate in Senato 3 mozioni
Il titolare del dicastero della Salute Speranza sempre più nella bufera. Il cerchio delle azioni parlamentari si stringe intorno al ministro: oggi in Senato sono state depositate tre mozioni di sfiducia a suo nome. La convergenza tecnica ha consentito il raggiungimento delle 33 firme necessarie al deposito della mozione, così come previsto dal Regolamento del Senato. La prima a firma del capogruppo di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani. La seconda del senatore Gianluigi Paragone, leader di Italexit. E la terza del senatore Mattia Crucioli di Alternativa C’è. Frutto di dubbi, interrogativi, perplessità sul suo operato, quanto meno fallimentare nella gestione dell’epidemia che, ancora nei giorni scorsi, anche l’indagine della procura di Bergamo ha alimentato.
Mozioni di sfiducia a Speranza, Donzelli (Fdi) replica a Salvini
Nel frattempo, a Salvini che si è espresso contro la la mozione di sfiducia individuale, replica Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi, che all’Adnkronos dichiara: «Le oltre 100 mila firme per una petizione on line a sostegno della mozione di sfiducia nei confronti di Speranza presentata da Fdi dimostrano la differenza tra noi e la sinistra al governo. Speranza è sostenuto da 150 intellettuali da salotto. Noi da quasi 150.000 italiani comuni, che vivono le difficoltà create dal governo con la pandemia». Così come, alla proposta di Salvini di una commissione d’inchiesta, Donzelli ribatte: «Una cosa non esclude l’altra. È giusto fare una commissione d’inchiesta. Così come mandare a casa Speranza…».
L’alternativa c’è’ la fiducia del governo a Speranza basata solo su equilibri e interessi di parte
Anche il Gruppo L’Alternativa c’è‘ del Senato arriva in meta e deposita la mozione di sfiducia individuale. Firmata dai senatori Crucioli, Granato, Angrisani, Corrado, Abate, Morra, Lezzi, Mininno, Ortis. «La fiducia manifestata al ministro Speranza dal presidente del Consiglio Draghi e dagli “intellettuali di sinistra” – dichiara il primo firmatario della mozione, il senatore Mattia Crucioli – appare aprioristica e basata esclusivamente su equilibri governativi e interessi di parte. Al contrario – prosegue Crucioli – la mozione di sfiducia da noi predisposta non ha nulla di ideologico. E ha come unico fine quello di migliorare la qualità delle strutture che devono garantire la salute pubblica».
Dal fallimento all’occultamento: tutti gli errori inanellati dal ministro
«La motivazione si basa, tra gli altri motivi, su quanto sta emergendo dall’indagine della procura di Bergamo in merito alla gestione caotica e omertosa del ministero della Salute», aggiunge quindi Crucioli. E quel che è peggio – incalza il senatore – come recentemente dato conto in note inchieste televisive, sta emergendo l’ingerenza del ministero nell’occultamento di report scientifici per interesse politico nonché l’assenza di autonomia delle più importanti organizzazioni medico-scientifiche che dovrebbero fornire dati e informazioni a prescindere dal fatto che ciò rafforzi o danneggi il governo in carica». E allora: «È vero o meno che il capo di gabinetto di Speranza ha chiesto all’Oms di occultare un report scomodo sulla gestione della pandemia da parte del Governo?»: domanda Crucioli.
Gli interrogativi a cui le mozioni chiedono di dare risposta
E come valutare l’adozione di protocolli per le cure domiciliari che si sono rivelati fallimentari e illegittimi? O i vaccini finiti a saltafila e a soggetti che non rientravano certo nelle categorie prioritarie, di anziani e fragili? Insomma chi può e deve rispondere su errori e inefficienze? La risposta, a giudicare dalle mozioni depositate oggi può essere solo una: chi aveva delle responsabilità a riguardo e ha fallito. Su più fronti.