Strage di Nizza, arrestato l’albanese che fornì le armi ai terroristi. Si nascondeva a Sparanise
Dopo quasi cinque anni è finita la fuga di un complice dell’autore della strage di Nizza. Si nascondeva in Italia. L’attentato terroristico di Nizza fu commesso il 14 luglio 2016. Costò la vita a 86 persone, di cui sei italiane. L’uomo è stato localizzato a Sparanise, in provincia di Caserta. Gli uomini della polizia di Stato di Napoli e Caserta, coordinati dalla procura di Napoli, hanno catturato Endri Elezi, 28enne cittadino albanese.
L’uomo era colpito da mandato d’arresto europeo emesso dalle autorità francesi. L’uomo è accusato di aver fornito armi a Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, autore dell’attentato terroristico. Gli investigatori hanno catturato l’albanese in un parco giochi dove era in compagnia del figlio.
La strage di Nizza fu rivendicata dall’Isis
Responsabile della strage di Nizza, avvenuta nel giorno della festa nazionale francese, mentre centinaia di persone affollavano la Promenade des Anglais per assistere ai fuochi di artificio, fu Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, 31 anni, nato a Susa, in Tunisia, con nazionalità francese e tunisina. L’uomo alla guida di un camion si scagliò contro i pedoni, proseguendo la sua corsa per quasi due chilometri e falciandoli. Gli agenti di polizia fermarono la sua corsa uccidendolo. L’Isis rivendicò l’attentato il giorno successivo. Ci furono anche duecento feriti.
Strage di Nizza, parla il marito di una vittima
«Una notizia che mi coglie impreparato che fa riaffiorare i ricordi» dice all’Adnkronos Piero Massardi, marito di Carla Gaveglio, casalinga di Piasco, nel cuneese, rimasta vittima nell’attentato. «Il dolore come si può immaginare non passa. Ma certo questa è una buona notizia anche se aspetto sempre che la Francia chiuda questo capitolo», aggiunge.
Il sindaco di Sparanise: «Lavorava come bracciante agricolo»
L’albanese complice dell’attentatore era arrivato a Sparanise da alcuni mesi e lavorava come bracciante agricolo. Lo riferisce all’Adnkronos il sindaco di Sparanise, Salvatore Martiello. «Lo conoscevo di vista – racconta – e so che lavorava come bracciante agricolo. Non era un personaggio in vista per qualche motivo particolare, non era un “sospettabile”. Credo fosse a Sparanise dall’estate scorsa, non da tantissimo tempo». Il 28enne abitava in via Solimene, nel centro della piccola cittadina del Casertano, con la moglie e un figlio. L’uomo non frequentava moschee o altri luoghi di culto, ma è stato attenzionato proprio perché mai visto prima. Quando i poliziotti sono stati sicuri che potesse essere il soggetto ricercato dalle autorità francesi per la strage di Nizza, è scattato il blitz e l’arresto.