Vaccini, De Luca sfida Figliuolo e aizza la canea. Belpietro: «E Letta pensa allo ius soli»
Neanche il tempo di metabolizzare le nuove indicazioni e il piano del commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliolo per riportare la campagna vaccinale sui binari delle fasce d’età diventa un caso politico per il governo e il Pd. Benché sia stato accolto con favore diffuso, infatti, il piano, che ha un suo motivo di essere, va in contrasto con altre priorità indicate dallo stesso governo, e non solo. Prima fra tutte quella di favorire le riaperture. Alfiere di questa posizione sull’utilizzo dei vaccini è il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Pur acconsentendo a immunizzare prima gli ultra ottantenni e i fragili, ha avvertito che poi tornerà ad andare avanti per categorie. Lo “Sceriffo”, infatti, si è dato l’obiettivo di avere le isole Covid free entro l’estate, in modo da far ripartire il turismo. Una scelta che mette in luce come, di fatto, nel governo manchi una visione complessiva dei problemi.
De Luca apre lo scontro tra governatori
«Se decidiamo di andare avanti solo per fasce di età, quando avremo finito le fasce di età l’economia italiana sarà morta», ha tuonato De Luca, mettendosi ancora una volta in contrasto con la linea del Pd. E aprendo un fronte di polemiche e scontri a tutto tondo. Ogni governatore, infatti, ha rivendicato per il proprio territorio il diritto alla ripartenza. Nello Musumeci e Christian Solinas già da tempo chiedono che Sicilia e Sardegna siano messe in sicurezza; Luca Zaia ha sottolineato che «la nostra isola si chiama Veneto perché non esiste che io vada a immunizzare una località a discapito delle altre»; per il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini «non possono esserci località turistiche privilegiate a discapito di altre», quindi il ministro del Turismo dovrebbe rigettare l’idea delle isole Covid-free.
L’assenza di una linea chiara
Garavaglia, però, si era già detto possibilista sull’immunizzazione delle isole sul “modello Grecia”, anche perché se lo fa la Grecia, appunto, non si capisce perché non dovremmo farlo noi, lasciando campo aperto alla concorrenza dei nostri vicini di casa. Ne emerge abbastanza chiaramente che il problema sta a monte nella mancanza di una visione chiara di ciò che si vuole fare, prima ancora di come farlo. Una situazione che, inevitabilmente, porta a un tutti contro tutti, nel quale il neo presidente della Conferenza Stato Regioni, Massimiliano Fedriga, si trova a dover sottolineare che «in questo momento, proprio per le difficoltà che stiamo vivendo, dobbiamo dimostrare a tutti i cittadini di questo Paese che c’è equità».
I dati delle vaccinazioni in Campania
Ma in questo gran caos ci sono precise questioni politiche che interrogano direttamente De Luca e il Pd, come ricordato da Maurizio Belpietro nel suo editoriale di oggi su La Verità, intitolato «Il Pd boicotta il piano vaccini». La prima è la tendenza del governatore della Campania a dimenticare che nella sua Regione «la categoria dei più vaccinati è quella dei furbi». La contabilità dei vaccini somministrati, tenuta da Palazzo Chigi, infatti, parla di circa 300mila ultra ottantenni vaccinati, a fronte di «non meglio identificati» 377mila altri beneficiari. Il personale sanitario, poi, ha ricevuto circa 188mila dosi, quello scolastico 144.000, gli impiegati a vario titolo (ma non sanitari) delle strutture assistenziali ne hanno avute 35mila e gli ospiti delle case di riposo solo 14mila.
Ma Letta pensa a ius soli e omofobia
La seconda questione riguarda, invece, il Pd, i suoi rapporti interni, il ruolo del nuovo segretario, le sue priorità. «Enrico Letta, segretario dello stesso Pd in cui milita il governatore campano, oltre a parlare di ius soli e di leggi contro l’omofobia, ha qualche cosa da dire?», chiede Belpietro, domandandosi poi: «E tutte le discussioni sulla supremazia statale in fatto di misure anti pandemiche, invocate per esempio contro la Lombardia di cui un giorno sì e l’altro pure mezzo Pd chiede il commissariamento, dove sono finite?».