«All’inizio lei non voleva…»: nelle chat di Ciro Grillo e gli amici Silvia trattata come un trofeo
Nuovi dettagli emergono sullo scambio di messaggi che Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia ebbero nelle chat con gli amici all’indomani della notte trascorsa con Silvia e l’amica Roberta, finita al centro della denuncia della ragazza per violenza sessuale. Tra vanterie e oscenità, oltre all’ormai noto «3 vs 1», ve n’è un altro considerato particolarmente rilevante dagli inquirenti: «All’inizio sembrava non volesse…».
Quella frase all’attenzione degli inquirenti
Per l’accusa si tratta di una conferma del fatto che la ragazza non era affatto consenziente, come sostengono i quattro indagati per violenza sessuale; per la difesa, invece, indicherebbe che la ragazza poi avrebbe avuto un ripensamento, prestandosi quindi alla situazione che poi ha denunciato come violenza sessuale. In ogni caso, stando a quanto riportato da Repubblica, nel fascicolo la frase è fra quelle contrassegnate in neretto dagli inquirenti.
Il gruppo Instagram «Official mostri»
Ma numerosi sono gli scambi, tra i quattro della notte di Cala Volpe e gli amici, riportati agli atti e avvenuti sia attraverso whatsapp sia attraverso un gruppo privato su Instagram. «Official mostri» si chiamava il gruppo, ora rimosso, il cui motto era «Vivere sempre e comunque da mostro». Repubblica spiega che chi quei messaggi ha avuto modo di «consultarli tutti, non ha dubbi sul tenore delle conversazioni tenute nelle 48 ore successive al festino: “Si vantavano della nottata, eccome se si vantavano. E non c’era in loro alcun tipo di ragionamento sullo stato psico-fisico di Silvia”».
Le chat di Ciro Grillo e amici su Silvia
Silvia, insomma, scrive ancora Repubblica, viene presentata come un «trofeo» da esibire, al termine di una nottata da raccontare. «È stato forte», scrive uno degli indagati agli amici, per poi rimandare a un secondo momento i dettagli del resoconto. «Poi ti dirò, fra’, sono stanchissimo…», è la risposta alle richieste insistenti di avere maggiori informazioni. E, ancora, «ma com’era?», chiede qualcuno. «Mah… niente di che…», è la replica in uno delle decine e decine di messaggi, che gli inquirenti hanno vagliato e fra i quali compare anche quella frase, «ho paura che quella ci ha denunciato», che sembra indicare il primo momento di consapevolezza sul fatto che la notte brava di Cala Volpe forse non sarebbe stata ricordata solo come una “goliardata” di cui vantarsi con gli amici.