Arezzo, uccide la figlia di 4 anni a sprangate. Inchiesta chiusa: era malato. Sarà “graziato”
Uccide la figlioletta di appena 4 anni. Tenta di uccidere il figlio 12enne. Ma l’inchiesta viene chiusa. E difficilmente la tragedia si concluderà con una condanna. Una grave patologia psichiatrica lo rese incapace di intendere e di volere. In quella mattina di follia e sangue, il 21 aprile 2020 a Levane (Arezzo).
Arezzo, uccise la figlioletta di 4 anni
“Ora Billal Miah, il padre omicida nato in Bangladesh – come riporta il Corriere di Arezzo – ha deciso di devolvere alla famiglia la pensione per la patologia psichica di cui soffre. E che secondo la perizia lo rese incapace di intendere e di volere quel giorno. Quando mentre la moglie era a far spesa, infierì contro la piccola Nabia. Chee guardava i cartoni animati con il fratello”.
La bambina morì sotto i colpi di una roncola. L’uomo venne estratto dai vigili del fuoco dal pozzo nel quale si gettò dopo il delitto. Ora si trova presso la Rems di Empoli (Firenze). Una residenza per le misure di sicurezza. Che ha sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari. In questi giorni il pm di Arezzo Laura Taddei ha concluso le indagini. Che si erano fermate quando l’uomo era stato riconosciuto totalmente incapace di intendere e di volere. Quindi non in grado di partecipare ad un processo. Non imputabile. Non un criminale ma un malato…
L’omicida è affetto da una grave patologia psichiatrica
Le cure hanno avuto effetti positivi e le sue condizioni di salute sono migliorate. Così il procedimento per i due reati -(omicidio volontario aggravato dal rapporto genitoriale e tentato omicidio) ha ripreso il cammino. Il prossimo passaggio – informa il Corriere d’Arezzo – sarà l’udienza preliminare. Ma per Billal non si prevedono condanne pesanti. Perché – scrive il quotidiano aretino – nonostante ora stia meglio, quando uccise non era in grado di autodeterminarsi per una situazione psicopatologica grave.
Secondo la perizia non è imputabile
“Stando agli accertamenti psichiatrici non è imputabile. Uno di quei casi in cui si parla non di criminali ma di malati. Con trattamento specifico nelle Rems. Soffriva di mal di testa, Billal Miah nei giorni precedenti a quel drammatico 21 aprile di un anno fa. Uno scompenso psicotico confusionario”. Che il rigido lockdown e la cassa integrazione per covid avrebbero accresciuto. “Il timore di perdere il lavoro, la paura di non essere in grado di sostenere la famiglia, di non poter tirare su quella bambina piccola. Un cortocircuito – scrive il quotidiano – Il figlio ha raccontato le scene dell’orrore di quella mattina. Il ghigno sul volto del babbo. L’arnese preso dal cassetto e vibrato su lui e la sorellina. Uno scempio. Una famiglia distrutta. Ora la decisione dell’omicida, di devolvere la pensione di invalidità a moglie e figlio. E il suggello del pm ad un’inchiesta che non avrà condanne.