Arriva il grande giorno di Dante a Firenze: al via la grande mostra al Museo Bargello

10 Mag 2021 13:16 - di Redazione
DAnte a Firenze

Martedì 11 maggio è il grande giorno di Dante a Firenze. Una manciata di ore ci separa dalla la grande mostra ufficiale in occasione del settimo centenario dalla morte del Sommo Poeta. Teatro ne sarà il Museo Nazionale del Bargello:  «Onorevole e antico cittadino di Firenze». Si tratta di una rassegna dedicata alla ricostruzione del rapporto tra Dante e la sua città: dagli anni immediatamente successivi alla morte del poeta fino agli anni Cinquanta del Trecento. Sul sito del Museo fiorentino tutti i particolari.

Dante e Firenze al Bargello

Curano l’esposizione Luca Azzetta, Sonia Chiodo e Teresa De Robertis, professori dell’Università di Firenze. La mostra – articolata in sei sezioni – vedrà esposti oltre cinquanta tra manoscritti e opere d’arte provenienti da biblioteche, archivi e musei di assoluto prestigio internazionale. Si tratta di copisti, miniatori, commentatori, lettori, volgarizzatori; le cui vicende professionali e umane si intrecciano fittamente; restituendo così l’immagine di una città che sembra trasformarsi in uno scriptorium diffuso, al centro del quale campeggia la Commedia, e in cui i libri circolano con abbondanza e prendono vita nuove soluzioni artistiche e codicologiche proprio in relazione al poema dantesco.

Il Museo del Bargello sede ideale per Dante

Il Museo Nazionale del Bargello è la sede ideale per la mostra che ripercorrerà il complesso rapporto tra Dante e la sua città natale: nella Sala dell’Udienza dell’allora Palazzo del Podestà (oggi Salone di Donatello), il 10 marzo 1302, il sommo poeta venne condannato all’esilio definitivo; quindi, nell’attigua Cappella del Podestà, solo pochi anni dopo (entro il 1337), Giotto e i suoi allievi ritraevano il volto di Dante: includendolo tra le schiere degli eletti nel Paradiso. Proprio attorno a questo ritratto, la prima effigie a noi nota del padre della lingua italiana, si delinea così quel processo di costruzione della memoria che permetterà a Firenze di riappropriarsi dell’opera e della figura di Dante.

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