Belpietro: il Cav sogna un altro predellino. Fusione tra FI e Lega per mettere nell’angolo FdI
Oggi Maurizio Belpietro su la Verità ipotizza uno scenario che Silvio Berlusconi starebbe accarezzando. Un nuovo predellino. Come avvenne nel 2007, quando Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini pensavano che fosse arrivata la fine dell’uomo solo al comando.
Berlusconi e il predellino del 2007
Invece – ricorda Belpietro – Berlusconi sparigliò le carte. “Il Cavaliere prese la macchina e raggiunta San Babila, nel cuore di Milano, improvvisò un comizio, con cui lanciò l’idea del partito unico. Fu una sfida a Casini, ma soprattutto a Fini, il quale reagì mostrando tutta l’acredine che da tempo coltivava, parlando di «comiche finali»”. Ma Fini poi cambiò idea e disse sì alla fusione a freddo tra An e Forza Italia dalla quale nacque il Pdl con gli scontri interni che sono ormai storia.
Berlusconi e il sogno di unire Forza Italia e Lega
Oggi Belpietro parla di “eterno ritorno” del Cavaliere, il quale “dà il meglio di sé quando è messo all’angolo, quando cioè sembra non avere vie d’uscita”. Il leader di Forza Italia vorrebbe uscirne così: con “un nuovo predellino che lo rimetta al centro dei giochi”. “L’idea sarebbe la seguente – scrive Belpietro – unire Lega e Forza Italia in un nuovo contenitore di cui Salvini faccia il segretario e lui il presidente. Entrambi ne trarrebbero vantaggio. Il capo del Carroccio non soffrirebbe più la minaccia del sorpasso di Giorgia Meloni e il Cavaliere non correrebbe il rischio di vedersi sfilare gli onorevoli che temono di non essere ricandidati: invece di lasciare che siano gli altri a passare con Salvini, passerebbe lui con tutto il blocco dei suoi parlamentari”.
Nascerebbe il partito di Mario Draghi: Salva Italia
“Ma un partito unico funzionerebbe? – si chiede da ultimo Belpietro – Forse sì, perché potrebbe candidarsi a essere il partito di Mario Draghi, in Italia e in Europa. E Berlusconi porterebbe in dote anche l’ingresso del nuovo gruppo nel Ppe, consacrandosi come il padre nobile dei moderati. Il nome? Ancora non c’è, ma potrebbe essere Salva Italia, che ridotto a una sigla suonerebbe come un Si e i militanti si farebbero chiamare salvatori dell’Italia. Fantasie di un leader stanco e tradito? Può essere. Ma con il Cav, mai dire mai”.
Ma Perché Salvini dovrebbe assecondare questo disegno?
E tuttavia, poiché l’esperienza dovrebbe pure insegnare qualcosa, non si capisce per quale ragione Matteo Salvini dovrebbe assecondare questo disegno, perdendo voti a destra che andrebbero a arricchire la dote elettorale di Fratelli d’Italia. Ma che qualcosa sia in ballo lo si capisce anche dal fatto che il leader leghista ha proposto un gruppo unico delle destre in Europa e dalle rivelazioni di ieri di Sallusti. “Salvini sta molto spesso ad Arcore – ha scritto – pensano a come emarginare Giorgia Meloni”.
Si replica il gioco dell’emarginazione verso i leader di destra?
Un gioco che in fondo si replica, perché fu organizzato anche contro Fini, spingendolo alla fine allo strappo con Berlusconi. Ma Fini aveva un partito che perdeva voti a vantaggio del Cavaliere. Oggi il quadro è molto diverso. E l’idea di marginalizzare la destra di Giorgia Meloni potrebbe rivelarsi un boomerang visto che sia Berlusconi sia Salvini hanno raggiunto l’apice dei consensi proprio pescando a destra. Ma qui si capisce bene che non di voti si parla ma di credito politico da spendere in Europa: Berlusconi sarebbe colui che ripulisce l’immagine del leader leghista proprio come fece con Fini nel lontano 1994 spingendo Bruxelles a fidarsi del Carroccio. Ma anche qui, qualcosa non torna: nella Lega c’è già Giorgetti che sta portando avanti questo progetto, e con successo. Non si vede perché dovrebbe occuparsene dall’esterno un leader in declino come Berlusconi. Ma magari sono solo fantasie giornalistiche, per di più portate avanti da Sallusti e Belpietro, i quali già ai tempi di fini furono i più accaniti nell’attacco al tentativo dell’ex leader di An di camminare da solo e senza il tutoraggio del Cav.