Berlusconi condannato, ora la Corte di Strasburgo vuol sapere se fu vera giustizia: «L’Italia spieghi»
Domande su Berlusconi invece che domande a Berlusconi. Già, sono lontani i tempi in cui Repubblica bombardava quotidianamente il Cavaliere a furia di insinuanti interrogativi sulla presenza del Cavaliere al 18° compleanno di Noemi Letizia. Ora la scena si è ribaltata, e a porre le domande è questa volta la Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo. E non su compleanni o anniversari bensì sul processo che otto anni fa si concluse con la condanna (l’unica) di Berlusconi per frode fiscale. Bene, i giudici di Strasburgo vogliono sapere dal governo italiano se l’imputato «abbia beneficiato di una procedura dinanzi a un tribunale indipendente», presupposto per un giudizio equo.
Dalla Cedu 10 domande al governo italiano
È solo una delle dieci domande sul processo conclusosi il 1° agosto del 2013 con la condanna dell‘ex-premier a quattro anni, di cui tre indultati. Una condanna da cui scaturì la sua espulsione dal Senato per la perdita del requisiti di «onorabilità», poi riconquistati attraverso l’espiazione della pena e la riabilitazione. Tanto è vero che oggi il Cavaliere siede nell’Europarlamento. Ma non tutti gli effetti di quel verdetto sono estinti. Come infatti ricorda il Corriere della Sera, tuttora si contesta a Finivest «il diritto a detenere le quote eccedenti il 9,99 per cento di Banca Mediolanum». È il motivo per cui, in parallelo con il ricorso alla Cedu, la difesa di Berlusconi ha proposto alla Corte di appello di Brescia la revisione del processo. Obiettivo, in realtà, tutt’altro che abbordabile.
I legali Berlusconi chiedono la revisione del processo
Diverso, invece, il contraddittorio davanti ai giudici europei. Alla Corte di Strasburgo i legali del leader di Forza Italia hanno presentato una serie di presunte violazioni. Si va dal mancato riconoscimento del legittimo impedimento a partecipare a cinque udienze al robusto taglio dei testi della difesa, passando per la mancata traduzione in italiano di alcuni documenti esteri e il rigetto dell’istanza di trasferimento del processo ad altra sede. Contestazioni già presentate ai giudici di merito e tutte respinte nei vari gradi del processo. Ora si vedrà. Il governo italiano ha tempo fino al 15 settembre per rispondere. Per Berlusconi, l’ennesima attesa all’insegna della speranza.