Calenda sferra l’attacco a Gualtieri: «Rappresenta il Pd romano che ha affossato la Capitale»
Volano gli stracci nel centrosinistra per la conquista del Campidoglio. Carlo Calenda, da mesi in campagna elettorale con i suoi tour per i quartieri della Capitale, spara a zero su Roberto Gualtieri. Il candidato sfornato dal Pd, che Letta ha preferito a Nicola Zingaretti. Che non ha mai sciolto il nodo del rapporto con i grillini. Per il leader di Azione l’ex ministro del governo Conte non è credibile nella sua battaglia per il riscatto della Capitale. Messa in ginocchio dall’amministrazione della sindaca Raggi.
Calenda: “Gualtieri è l’erede del Pd che ha affossato Roma”
“Tra me e Gualtieri ci sono due differenze sostanziali. Intanto io sono mesi che lavoro passo passo andando in giro per i quartieri. Facendo proposte su tutti i municipi. Sui rifiuti, sui trasporti. È stato un lavoro corale e molto profondo”, dice Calenda. Ospite a Non stop news sul Rtl. Ma soprattutto, incalza, “Gualtieri si porta dietro una classe dirigente. Che è quella del Pd locale. Che è parte delle ragioni del declino di Roma”. Il Nazareno capitolino in questi 5 anni è stato nella cabina di regia della giunta. Come può proporsi a rilanciare la Capitale?
“Da 15 anni Roma cresce meno del Paese”
“Sono 15 anni che Roma cresce meno del Paese“, attacca il numero uno di Azione. Lanciato fieramente nella corsa al Campidoglio senza il soccorso dei renziani, come chiarisce a ogni occasione. La fotografia dello stato di Salute della Città Eterna è spietata. “Credo sia un caso unico di un Paese dove la capitale cresce meno del Paese. E un pezzo di quella responsabilità – insiste – ce l’ha anche la classe dirigente del Pd che ha non mai voluto fare delle cose necessarie”.
“Con Renzi non parlo da 4 mesi”
Sul possibile appoggio di Italia Viva è lapidario. “Come potrei essere il candidato sindaco di Matteo Renzi”, taglia corto. “Sono la persona che ha litigato di più con Renzi negli ultimi anni. Poi se lui dice che mi voterà anche se non vota a Roma, sono contento come se lo dicesse chiunque. Io e lui abbiamo strade molto separate da molto tempo. Sono stato estremamente critico sul suo appoggio al governo Conte – ricorda – su molti dei comportamenti che ha tenuto. Non ci parlo credo da 4 mesi“.
Morassut: al ballottaggio andremo noi e il candidato del centrodestra
Gualtieri non parla. Ci pensa Roberto Morassut, che di cose capitoline se ne intende, a freddare l’entusiasmo di Calenda. Che non si illuda di raggiungere l’obiettivo. Al ballottaggio non ci sarà spazio per la sindaca uscente e lo sfidante di Azione. “Al secondo turno – dice il deputato romano, ex assessore – sarà una finale. Si confronteranno due candidati. Che saranno Gualtieri per il centrosinistra e il candidato del centrodestra. In una partita come questa la forza delle due candidature e delle loro proposte politiche sarà dirimente. La questione degli accordi e degli apparentamenti al ballottaggio è secondaria. E secondo me – avverte – tanti mercanteggiamenti in questo senso sono anche negativi. Non prendo neanche in considerazione l’ipotesi che al ballottaggio possano andare Raggi o Calenda”.