Caso Grillo, le chat tra Silvia e l’istruttore di surf: «Mi disse che le era successa una cosa brutta»
Confusa e bisognosa di confidarsi. Silvia, il nome di fantasia con cui viene indicata la ragazza che ha denunciato di essere stata stuprata da Ciro Grillo e i suoi amici, è apparsa così all’istruttore di Kite surf che l’ha incontrata dopo i fatti di quella notte. L’istruttore, un uomo di 45 anni che ha visto Silvia qualche giorno dopo, poiché a causa di un infortunio si era assentato da qualche lezione, ha reso il suo racconto davanti ai carabinieri di Olbia, riferendo anche dei messaggi intercorsi a ridosso dei fatti denunciati. «Marco ieri sera ho fatto casino poi quando ci vediamo ti racconterò», ha scritto tra l’altro la ragazza.
Caso grillo, le chat tra Silvia e l’istruttore di kite surf
In quelle chat, andate avanti per diverse ore e di cui dà conto La Verità, la ragazza passa alternativamente dal chiedere all’istruttore notizie sull’infortunio all’accennare ripetutamente alla «cazzata», al fatto che voleva parlargli, alla necessità di avere una «dritta» su come comportarsi, cercando al contempo di non allarmare l’istruttore che aveva iniziato a mostrarsi preoccupato per quei messaggi.
Silvia passa così, nell’arco di due, tre minuti, dal restituire vocali dal tono leggero sulla lezione svolta con una collega dell’istruttore al mandarne altri in cui spiega che «nonostante la lezione fosse andata benissimo, si era recata in spiaggia senza avere dormito e ubriaca. Si giustificava – ha messo a verbale l’istruttore – dicendo che era andata perché aveva bisogno di uno “stacco”, ma non l’avrebbe fatto mai più. Le ho risposto che avevo provato a telefonarle e che mi sentivo più tranquillo nell’apprendere che la cazzata che aveva fatto era riferita all’ubriacatura e al fatto che non avesse dormito. Quindi – ha detto Marco ai carabinieri – la consolavo dicendole che alla sua età erano cose che capitavano».
L’uomo: «Ho percepito che aveva bisogno di parlare»
Il fatto che Silvia avesse partecipato alla lezione di Kite surf il giorno dopo la notte incriminata era rientrato nel famoso video di Beppe Grillo come elemento per sostenere che «non è vero niente». «Una persona che viene stuprata la mattina, il pomeriggio fa kite-surf e denuncia dopo 8 giorni, è strano», aveva detto Grillo. Marco, invece, ha riferito agli investigatori di aver capito che qualcosa davvero non andava, quando qualche giorno dopo ha finalmente incontrato la ragazza. «Mentre ci stavamo dirigendo in acqua, ha iniziato il discorso, informandomi che la sera in cui era successo il casino si era ubriacata. Poi – ha spiegato – era entrata in acqua per fare lezione e io ho percepito dal suo atteggiamento che aveva bisogno di esternare un qualcosa».
Silvia all’istruttore: «Mi è successa una cosa brutta»
Marco ha spiegato che «durante i tempi morti della lezione ha iniziato a raccontarmi, in maniera confusionaria, che le era successa una cosa brutta e che non sapeva come comportarsi. Io mi sono preoccupato e le ho chiesto cosa fosse accaduto. Lei ha replicato “Eh, è che è successo di nuovo”. A seguito di questa frase ho subito immaginato che si stese riferendo alla confidenza che mi aveva fatto l’anno prima, ossia che era stata abusata dal suo migliore amico».
Le confidenze sul precedente in Norvegia
Sollecitato dagli investigatori, Marco ha quindi chiarito che «durante una lezione mi aveva confidato che il suo migliore amico d’infanzia, senza rivelarmi il nome, l’aveva costretta a un rapporto sessuale anche se lei non era d’accordo e mi chiedeva come si doveva comportare.