Centrodestra, domani vertice dei leader sui candidati. Per Roma e Milano giochi ancora aperti
I leader del centrodestra si vedranno alle 18 di domani pomeriggio. Non proprio l’orario tipico delle corride, ma un po’ di palpitazione si avverte comunque. Bisogna scegliere i candidati sindaco delle grandi città dopo una serie di annunci senza seguito e la revoca last minute dell’appuntamento della scorsa settimana. Un rinvio preteso da Forza Italia offesa dalla presenza allo stesso tavolo di Giovanni Toti, co-fondatore – nel frattempo – di Coraggio Italia assieme al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Più che comprensibile, visto che nelle stesse ore in cui i leader avrebbero dovuto mettere in comune forze e sforzi, la neo-formazione sottraeva ai berlusconiani 12 tra deputati e senatori.
Anche Toti al summit del centrodestra
Ma ora sembra acqua passata, nonostante persistano malumori di alcuni big forzisti, Toti, infatti, domani dovrebbe essere della partita assieme al capogruppo alla Camera Marco Marin. Con loro anche anche Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia, e Lorenzo Cesa, dell’Udc. Nelle intenzioni, il summit dovrebbe essere quello decisivo per le scelte del centrodestra, sebbene al momento non risulti raggiunta alcuna intesa. Le pratiche più ingarbugliate restano quelle di Roma e Milano. Pare, infatti, che in questo week end le carte si siano di nuovo rimescolate. E i candidati indicati come favoriti, avrebbero perso la pole position. Insomma, Salvini, Meloni e Tajani, non avrebbero trovato ancora la quadra.
La Russa: «Spero nella fumata bianca»
I nomi dei candidati di centrodestra usciti in questi giorni ritornano, dunque, ai blocchi partenza. Sia quello dell’avvocato Enrico Michetti, opinionista radiofonico, per Roma, sia quello tenuto top secret dalla Lega per Milano. Tra i civici Michetti resta tra i favoriti, ma i boatos parlano di un altro candidato coperto, forse una donna. «Spero che in 24 ore arrivino i nomi dei candidati almeno per Roma e Milano», fa trapelare Ignazio La Russa. Al vicepresidente del Senato, tuttavia, interessa soprattutto «la proposta che Salvini si è riservato di fare» per il capoluogo lombardo.