Che fine ha fatto il vaccino italiano Reithera? Lo Spallanzani si sfila in fase 2. Mistero sui fondi da Arcuri
Che fine ha fatto il vaccino italiano Reithera? Lo Spallanzani si sfila dalla fase 2 che resta al palo. Ed è mistero sui fondi promessi da Arcuri e ancora mai arrivati da Invitalia. Eppure, era già stato battezzato il vaccino dello Spallanzani. E invece, ad oggi, le sorti di quello che avrebbe dovuto essere il primo siero anti covid italiano, Reithera, sono nebulose. Una mancanza di chiarezza sulla quale ci si comincia a interrogare. E su cui il consigliere regionale di Fdi, Massimiliano Maselli, ha dichiarato di voler far luce presentando un’interrogazione urgente. Intanto, dalle pagine di Repubblica proprio oggi si apprende che «il vaccino messo a punto da ReiThera, la biotech di Castel Romano, ha ricevuto un benservito dall’ospedale per le malattie infettive della capitale. Lo Spallanzani, uno dei 26 centri italiani dove era prevista la sperimentazione del vaccino di ReiThera, ha deciso di restare in panchina».
Reithera? Lo Spallanzani si sfila dalla fase 2
Che significa che la sperimentazione è ferma ai blocchi di partenza: niente volontari. Niente somministrazioni. Niente di quello che la ricerca dovrebbe continuare a mettere in moto. Uno stop alimentato probabilmente anche dalla preferenza dichiarata dello Spallanzani verso il vaccino russo Sputnik. E a proposito di affermazioni chiarificatrici, riguardo lo stato dell’arte di Reithera, fa sapere sempre Repubblica, il direttore scientifico Giuseppe Ippolito avrebbe precisato che: «Non ci siamo sfilati». Confermando però che l’istituto non avrebbe contribuito al proseguo della sperimentazione della fase 2 in termini di reclutamento di volontari. E allora? Allora, nel frattempo, la Fase 2 si è conclusa in altri 25 ospedali italiani. Forte di mille volontari. Tutti destinatari di due dosi di vaccino. Con i risultati dei loro esami del sangue relativi ad anticorpi e altri valori in arrivo a breve.
Reithera, allo Spallanzani la seconda fase della sperimentazione ferma a un palo
Così come, lo stesso Ippolito, che è nel comitato direttivo della sperimentazione, ha firmato la pubblicazione, asseverando dunque i dati (positivi) della fase uno della sperimentazione. Non solo. Sempre stando a Repubblica, «la biotech poi ha già in freezer dosi sufficienti ad affrontare la fase tre, che ha bisogno di circa 10 mila volontari. A mancare, però, sono i fondi. E non è un dettaglio, perché la fase tre senza soldi non potrà neanche iniziare». Infatti, a questo punto dubbi e interrogativi si concentrano sugli 81 milioni promessi a gennaio da Invitalia, con Domenico Arcuri commissario per l’emergenza. Fondi mai arrivati a destinazione. «Ufficialmente – spiega sempre il quotidiano diretto da Molinari – aspettano un timbro della Corte dei conti. Ma un mese e mezzo di attesa da parte dei magistrati contabili appare eccessivo per un vaccino contro la pandemia».
Il mistero dei fondi promessi da Arcuri e mai arrivati
E la domanda torna ad essere: che fine ha fatto il vaccino italiano Reithera? Una domanda a cui vuole dare una risposta certa il consigliere regionale di Fdi Massimiliano Maselli. Che, come anticipato in apertura, ha annunciato che, per fare chiarezza sullo stato dell’arte e sulle sorti del siero anti Covid italiano, «finanziato anche dalla Regione Lazio con 5 milioni di euro trasferiti allo Spallanzani, presenterò in Consiglio regionale un’interrogazione urgente». E ancora. «Il servizio andato in onda nella trasmissione Fuori dal Coro – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia in Regione – ha rilevato come della fase di sperimentazione del vaccino tutto italiano annunciato in “pompa magna” mesi fa, non si sappia più nulla. Mistero completo. Come evidenziato dallo stesso direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, struttura di riferimento della sperimentazione, la fase 2 non è mai partita, nonostante l’azienda Reithera affermasse, fino a poco tempo fa, il contrario.
L’interrogazione urgente del consigliere regionale di Fdi
«Inoltre – aggiunge Maselli – della 1 fase, nessuna rivista scientifica ha mai pubblicato alcun dato. Cosa sta succedendo? La sperimentazione va avanti, si o no? Quali sono i tempi per la realizzazione del vaccino? Oltre a quanto stanziato dalla Regione Lazio ci sono altri 80 milioni di euro messi a disposizione da Invitalia (quindi Arcuri) e 3 a carico del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Una cifra complessiva enorme». Una situazione, conclude il consigliere regionale, su cui gravano «troppe ombre e dubbi che Zingaretti, per quanto riguarda l’impegno della Regione Lazio con lo Spallanzani, è bene chiarisca al più presto. Il virus, come ha detto lo stesso Zingaretti qualche giorno fa, continua a circolare. E sapere se potremo o meno contare anche su un vaccino di nostra produzione è molto importante»...