Ci mancava il “covid manager” con licenza di “rompere le scatole” durante nozze e cerimonie
Ci mancava il “covid manager”, ci mancava una nuova figura professionale nella pomposa e “spagnolesca” burocrazia nostrana. Nasce infatti per decreto dal cilindro di Draghi colui che “potrà rompere le scatole per legge”. La definizione è di Salvatore Merlo che sul Foglio ne scrive in un salace articolo. Siamo nella fase delle riaperture e per evitare assembramenti o mescolanze il decreto legge appena emanato dal governo Draghi si affida a un manager – addirittura- “non fidandosi a quanto pare dei controlli delle Asl o dei carabinieri” – commenta Merlo. Sposarsi, fare battesimi, Prime Comunioni o cerimonie varie non potrà prescindere da questa “imprescindibile” figura. Quale saranno i suoi compiti?
Covid manager, la nuova figura chiave…
“Più ausiliario del traffico che vigile urbano, l’eroe eponimo di questo nostro tempo pandemico avrà diversi compiti. Il primo sarà quello di supervisionare l’intero banchetto di nozze. Insomma, di verificare la distanza di sicurezza tra gli sposi e i testimoni; proprio come l’arbitro di calcio disegna la linea di schiuma prima di far battere una punizione”. Ancora: dovrà mantenere l’elenco dei partecipanti per un periodo di 14 giorni; nel caso si dovessero verificare delle positività, in modo da favorire il tracciamento. Il professionista uscito dal cilindro del premeir Draghi dovrà inoltre essere affiancato da personale di supporto al fine di garantire un rapporto tra addetti al controllo e ospiti non inferiore a 1 ogni 50 ospiti. Il covid manager è una sorta di “poliziotto”, chiosa Open, il sito online di Enrico Mentana.
Il covid manager ricorda la follia dell’assistente civico
Ci scherza su Merlo. Il covid manager “controllerà gli starnuti del nonno; si farà consegnare il “green pass”. Quindi affiancato da “personale di supporto”, si assicurerà che nelle piscine, negli impianti sportivi, negli alberghi, al mare e ai monti “tutti indossino la mascherina e si siano lavati le mani. Un segnalatore di cittadinanza. Un supplente di coscienza. Insomma un grillo parlante. In pratica un rompiscatole per decreto”. Il covid manager ci ricorda da vicino l’idea dell’”assistente civico” di quell’altro genio di Francesco Boccia, al quale per questo stanno ridendo ancora dietro. Si era nel Conte2 e le critiche si sprecarono contro l’allora ministro dem. Era anche quello un “contorto meccanismo burocratico-pandemico” che doveva portare dei volontari, minuti di apposita pettorina, a disciplinare la gente che prendeva il sole sotto l’ombrellone. L’idea naufragò nel ridicolo . Cosa cambia? Ora non è un volontario e si chiama con un nome altisonante, manager. Il compito di “controllore” in altri Paesi “è stato demandato all’intraprendenza e all’iniziativa privata: in Germania – scrive Salvatore Merlo- molti alberghi si sono muniti di ingegneri gestionali per lo sviluppo di protocolli di disciplina igienica”. In Italia no.
La professioista dei matrimoni: “Mi pare una follia”
I limiti per gli sposi o per chi organizza una verimonia non sono finiti qui. Resta assolutamente vietato il self service. Saranno gli addetti di sala a servire gli invitati. Si esclude, dunque, la possibilità per gli ospiti di toccare quanto esposto. La modalità self service potrà essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti in monodose. Distanza raddoppiata ai tavoli, di almeno 2 metri e anche mascherine per tutti che dovranno essere indossate quando non sarà possibile rispettare il distanziamento, dunque quando non si è seduti al tavolo. Il covid manager dovrà chiedere dati sensibili, nomi, cognomi, residenze, guarigioni da Covid e dati personali a tutti gli ospiti. “A noi pare una follia, dov’è la privacy?», spiega a Open Barbara Mirabella, referente di Italian Wedding Industry. «A ogni modo ripartiremo. C’è bisogno di lavorare, a qualsiasi costo e subito. E gli sposi, a questo punto, finiranno per accettare qualsiasi “vessazione”» pur di convolare a nozze.
Resta una sola speranza… abolire il covid manager
Conclusione: “Permane la speranza – scrive Merlo- che questo decreto alla fine esca modificato in Gazzetta Ufficiale. Senza manager”. Del resto – sostiene l’editorialista- se Draghi è lo stesso che stigmatizzò l’abuso degli anglismi, dovrebbe porre un limite, scherza. “Se passano il “Fast Track” e il programma “High Flyers” di Brunetta, se si fa il “family Act”, allora niente “covid manager”. Per favore.