Coprifuoco abolito in Spagna e Belgio. In Italia il governo cincischia: «Allentiamolo tra 15 giorni»
Si apre la settimana che dovrebbe essere decisiva sul coprifuoco. Ma il condizionale resta d’obbligo, perché ancora tutto è da decidere e le posizioni nel governo restano anche molto distanti. Intanto i nostri vicini europei spingono sull’acceleratore, con Spagna e Belgio che hanno già decretato l’abolizione del coprifuoco. Si tratta di una scelta che, di fatto, ci mette all’angolo nella partita a pocker del turismo, dove l’incertezza pesa più degli annunci sulla volontà di promuoverlo e degli appelli a venire in Italia.
Sileri: «Tra 15 giorni si potrà spostare in avanti»
Lo stato dell’arte è questo: qualche giorno fa, Matteo Salvini aveva annunciato di voler portare al Cdm che si terrà in questi giorni; a stretto giro Luigi Di Maio aveva indicato il 16 maggio come «data auspicabile» per il «superamento»; le Regioni continuano a chiedere che vi sia uno slittamento in avanti; le categorie che si arrivi all’abolizione, come richiesto da tempo anche da FdI. Di certo, però, non si sa ancora nulla e tutto è affidato ai pronostici. Forse da lunedì prossimo slitta alle 23, forse alle 24, forse se ne riparla tra due settimane, come lasciato intendere dal sottosegretario alla Salute, Pier Paolo Sileri. Ieri a Domenica In l’esponente M5S ha detto che «tra 15 giorni si potrà spostare il coprifuoco in avanti».
L’allarme delle categorie
L’abolizione dunque non appare nell’orizzonte del governo, benché altrove in Europa sia già realtà e, a maggior ragione, viene richiesta sempre più a gran voce dagli operatori del settore turistico e della ristorazione. «Dobbiamo fare la corsa su Spagna e Grecia. Se Madrid leva il paletto, allora dobbiamo aprire anche noi almeno fino alle 24 per non essere svantaggiati a livello competitivo», ha ribadito il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Anche FdI, per il quale il coprifuoco va abolito, è tornato a ribadire che «il coprifuoco, le continue limitazione e le norme del tutto insensate del governo danneggiano i nostri imprenditori e le loro attività. L’Italia che produce soffre e anche questo esecutivo sembra voler far finta di nulla», ha ricordato di nuovo in questi giorni Giorgia Meloni.
Spagna e Belgio dicono addio al coprifuoco
Fuori dai nostri confini Spagna, Belgio, Germania e Gran Bretagna hanno abbandonato la ritirata alle 22. La Gran Bretagna, campione di vaccinazioni, ha fatto scuola. La Germania si è accodata, dando il via libera alle fine delle restrizioni per gli immunizzati: chi ha ricevuto il vaccino e chi è guarito dalla malattia. In Spagna e Belgio il coprifuoco è andato in pensione e le prime ore notturne di ritrovata libertà totale non sono state esenti da problemi, con assembramenti in strada e la necessità di un intervento anche deciso delle forze dell’ordine. Ciononostante l’accelerazione, più che prudenza, suggerisce di fare in fretta.
Anche le Regioni in pressing: «Bisogna fare presto»
La richiesta di spicciarsi arriva anche dalle Regioni. Anche dai governatori del Pd. Stefano Bonaccini, in un’intervista al Corriere della Sera di oggi, ha ribadito che «credo che ci siano le condizioni per spostare lo stop notturno alle 23 o alle 24 e per dare respiro agli operatori economici senza abbassare la guardia nella lotta al virus». «Sono per proseguire con il piano di riaperture già definito dal governo, che a metà mese prevedeva anche la possibile revisione dell’attuale limite delle 22, sulla base dei contagi», ha aggiunto Bonaccini, mentre, come dimostrano le parole di Sileri, di definito nel governo c’è ben poco. «Se il Paese vuole ripartire dobbiamo eliminare il coprifuoco», è stato invece l’avvertimento del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha sottolineato che «dobbiamo farlo adesso perché tra due settimane potrebbe essere troppo tardi».