“Cultura di destra nazista”: delirio di Flores D’Arcais. E su Meloni e Salvini: “Destra eversiva”
Deliranti i commenti del direttore di MicroMega, Paolo Flores D’Arcais che taglia con l’accetta dichiarazioni offensive nei confronti della cultura di destra, dei suoi protagonisti e non solo. Intervistato da Gianmarco Aimi su Mowmag, riportiamo fior da fiore giudizi irricevibili, surreali se non fossero intinti nel livore più assoluto. “Heidegger, Schmitt, Pound o Céline, tutti nazisti, fascisti o collaborazionisti. La cultura di destra è una contraddizione in termini”.
Flores D’Arcais: “Salvini e Meloni maggioranza proto-fascista”
E sulla politica di oggi, mentre “la sinistra non esiste più”, Flores D’Arcais sostiene che la sua preoccupazione primaria è la “destra proto-fascista”. In che senso? “Il problema dei problemi”, risponde “è che fra esattamente due anni al massimo avremo in Italia un governo di destra. Destra che detesta la Costituzione. Dunque eversiva. L’unica incertezza è se sarà un governo Salvini-Meloni o Meloni-Salvini”. I vaneggiamenti proseguono: “Se il voto avverrà con l’attuale legge elettorale, la maggioranza di questo governo potrà essere tale da consentirgli di cambiare la Costituzione. Senza che sia necessario un referendum confermativo. Non siamo sull’orlo del baratro, abbiamo già iniziato la caduta. E non c’è nessun sintomo che non precipiteremo, anzi, potrebbe accadere già fra un anno, dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. Da anni, ormai, quali che siano i cambiamenti di partito, i sondaggi sono fissi”. Dura la vita per l’intellettuale che osserva i sondaggi e non si dà pace. La realtà che non corrisponde al proprio pensiero per Flores D’Arcais è inaccettabile eresia.
“Tra due anni la nostra Repubblica non ci sarà più per colpa di Salvini e Meloni”
Prosegue il suo pensiero sconnesso formulato con linguaggio vetero-sinistro anni ’70: “Lo si continua a chiamare centrodestra, ma in realtà è una destra con componenti ultra maggioritarie proto-fasciste. Se lo si dice, si viene considerati fanatici, però basta andare a vedere le misure che questa destra potrebbe prendere: con la totale insensibilità verso il cuore della Repubblica, cioè la Costituzione; nata dalla vittoria della resistenza al nazifascismo. Tra due anni la nostra Repubblica non ci sarà più. Io sono nato nel ’44, quando c’era la Repubblica Sociale Italiana…”. Floris D’Arcais teme un ritorno alla Rsi…. parliamone. E a precisa domanda risponde: “I fatti storici non si ripresentano nello stesso modo. Ma credo non sia vero quello che diceva Carlo Marx, che la prima volta è tragedia e la seconda farsa. Perché anche nella farsa può esserci una tragedia. Certo che Salvini e Meloni sono farsa rispetto a Mussolini, alle SS e alla Banda Carità. Però di tutto l’anelito di giustizia e libertà per cui le generazioni precedenti hanno combattuto non rimarrà più nulla. Così come di quell’Italia che solo vent’anni fa scendeva in piazza per realizzare la Costituzione”.
Flores D’Arcais: “Pound, ditirambi vergognosi per il Duce”
Le parole di Paolo Flores D’Arcais sono vergognose sulla cultura di destra; e per “assaporare” fino in fondo l’amaro calice di tale rigurgito di bile aggiungiamo quel che dice di Ezra Pound: “Di un grande poeta come Pound se leggete I Canti Pisani, fra i primi versi vi sono dei ditirambi vergognosi e schifosi per il Duce. Céline è stato uno scrittore temo grandissimo, che era anche un collaborazionista antisemita e alcuni come lui furono giustamente fucilati nell’immediato Dopoguerra. Per cui ci fu, non una cultura di destra ma alcuni casi di uomini di cultura nazisti e fascisti; quando quei movimenti nacquero presentandosi, falsamente, come alternative al capitalismo americano o al bolscevismo sovietico. Ma dopo la guerra una cultura di destra è una contraddizione in termini”. Possiamo fermarci qui, può bastare.
Giubilei: “Cosa la sinistra ‘invidia’ alla destra”
“Passi Scanzi che non è certo noto per il proprio contributo alla cultura italiana. Ma se anche un intellettuale come Paolo Flores d’Arcais si lascia andare a dichiarazioni stereotipate e offensive nei confronti della cultura di destra, significa che nel mondo culturale della sinistra esiste un problema”: è il commento sul Giornale Francesco Giubilei. Che si chiede se non sia giunto il momento di chiedersi perché si stiano intensificando attacchi così beceri alla cultura di destra negli ulòtimi tempi. Il suo giudizio è che a “disturbare” non siano solo in numeri de sondaggi: una certa sinistra guarda con preoccupazione a un’area di destra che “non solo è cresciuto con la nascita di case editrici, associazioni, riviste online e con un’importante attività nei territori. Ma ha iniziato a fare sistema creando collaborazioni e sinergie. La destra – prosegue Giubilei – è da sempre accusata di nutrire un “complesso di inferiorità” verso la sinistra. In realtà ad oggi la situazione sembra essersi invertita: il mondo culturale di sinistra guarda con malcelata invidia alla coerenza che la destra ha saputo mantenere conservando una propria forte identità”.