Ddl Zan, anche Francesca Pascale in piazza a Milano: «FI è contro. Non la voterò più»
Eccone un’altra pronta a salire in cattedra per impartire lezioni di tolleranza, rispetto e democrazia. Ovviamente, alla stessa maniera di tutti i suoi esimi colleghi, tranciando cioè giudizi ed emettendo sentenze in un’orgia di ismi spesso inversamente proporzionali all’effettivo grado di conoscenza dei medesimi. Dotti, medici e sapienti di tal fatta sono lievitati a dismisura con il ddl Zan. Tutti puntano ai primi posti in cerca del meritato momento di gloria. Soprattutto se, come nel caso di Francesca Pascale, quella di un tempo rischia di ingiallire. «Trionfo e rovina – ammoniva Kipling – sono due grandi impostori». Soprattutto il primo, ancor più quando arriva inatteso sulle ali di un incontro fortunato.
Francesca Pascale «delusa da Forza Italia»
Dimenticare il successo è un’impresa titanica, mentre esserne dimenticati è proprio quel che ogni mortale che ne è stato cullato vorrebbe evitare. E Francesca Pascale non fa eccezione. E più si offuscava la sua stella agli occhi del Berlusca, più lei intignava contro i suoi alleati quasi cercasse un motivo di scontro che ne certificasse l’avvenuto martirio politico una volta fuori dalla corte. Prima da paladina del Sud contro la Lega, poi da liberale contro i presunti estremisti, ora, infine, da pasdraran del ddl Zan contro i cavernicoli forzisti. In verità, l’universo Lgbt è da sempre un suo pallino. Le riuscì persino di portare a Palazzo Grazioli una divertita Luxuria per un photopportunity con il Cavaliere che al confronto esibiva lo stesso sguardo smarrito di un ostaggio dopo il rapimento.
«Ma Berlusconi non è omofobo»
Forte di cotanto precedente, più che scontato, quindi, che l’indiscussa leader del gineceo napoletano di “Silvio ci manchi” presenziasse oggi alla manifestazione pro-Zan di Milano con tanta voglia di dire peste e corna dei vecchi amici forzisti. Ai cronisti è bastato solo mostrarle penna e taccuino: «Forza Italia? Mi ha delusa». Anzi, «non la voterò più». Il motivo? «Continua a strizzare l’occhio a Salvini piuttosto che guardare al faro della libertà». Sottinteso, il ddl Zan. E giù botte da orbi agli «omofobi» annidati «nella destra, nell’estrema destra di Salvini». E Berlusconi? Come per incanto, Francesca Pascale ritrova dolcezza e sorriso: «Per come lo conosco posso solo confermare che non è un omofobo e non è un razzista». Già, meno male che Silvio c’è. E lei lo sa meglio di tutti.