Ddl Zan, blitz dei 5Stelle per portarlo in aula. Insorge Forza Italia: «Atto eversivo»
Ddl Zan avanti tutta. Sferzati dall’intemerata a buon mercato di Fedez, ormai nuovi idolo delle sinistre, Pd e M5S gareggiano apertamente a chi più fa per condurre in porto il disegno di legge. E se il senatore Franco Mirabelli annuncia il massimo sforzo dei dem per arrivare ad una «rapida approvazione», i grillini passano all’azione attraverso il ricorso ad una procedura d’urgenza. Obiettivo: arrivare a far calendarizzare il testo per l’aula. Ad ufficializzare l’iniziativa, la senatrice Alessandra Maiorino. Una mossa, la sua, che in realtà vuole prendere due piccioni con una fava sola. Della concorrenza con il Pd si è già detto. L’altro obiettivo è vanificare l’annunciata presentazione da parte di Matteo Salvini di un ddl leghista sull’omofobia.
La Lega annuncia un testo alternativo. Stop da FdI
A presentarla dovrebbe essere il presidente della commissione Giustizia, Ostellari, che è anche il relatore della legge. Un’iniziativa, però, che non piace a Fratelli d’Italia. «Il testo della Lega – puntualizza Alberto Balboni – è un’iniziativa autonoma del senatore Ostellari che non ha ritenuto di condividere con noi, anche se sulle critiche al Ddl Zan siamo sulla stessa lunghezza d’onda». Ma la reazione più veemente al blitz grillino sulla procedura d’urgenza arriva da Forza Italia attraverso Lucio Malan. «Il solo chiederlo – avverte – indica volontà eversiva. Il fatto è che temono il confronto, temono che si parli di ciò che realmente c’è nel Ddl Zan e non di ciò che falsamente raccontano, appoggiati da gran parte dei mezzi di informazione».
“Scienza e Vita”: «Ddl Zan come il concorso esterno»
A guastare la festa ai sostenitori del provvedimento, arrivano anche le riflessioni di Alberto Gambino, presidente di Scienza e Vita. A suo giudizio, il vero rischio innescato dal Ddl Zan è il «far west nelle Procure». Perché si presta agli stessi «equivoci interpretativi» riscontrati sul concorso esterno in associazione mafiosa. Entrambi, spiega, lasciano «ai pm ampia discrezionalità». Entrambi delineano la stessa «evanescenza» nella tipizzazione del reato, con conseguente rischio di incostituzionalità». Un secondo rischio tra nell’apertura di un’infinità di fascicoli. Il testo non punisce solo la discriminazione, ma anche l’istigazione a discriminare. Entrambe evanescenti e quindi esposte alla discrezionalità. «Il punto – conclude Gambino – è che col ddl Zan si vuole armare una impostazione culturale silenziando le altre». Il bavaglio, appunto.