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Dopo gli applausi del Pd, al rapper arriva lo sfottò di Gene Gnocchi: «Fatti il partito “Abbi Fedez”»

Politica - di Redazione - 5 Maggio 2021 - AGGIORNATO 6 Maggio 2021 alle 11:33

«A Fedez suggerirei un partito che si chiama “Abbi Fedez». L’ironica sollecitazione al rapper con mire politiche arriva dal comico Gene Gnocchi. Uno sfottò, il suo, ma solo fino a un certo punto. Del resto, Beppe Grillo era (è) un suo collega. Ciò nonostante ha fondato un movimento che oggi è maggioranza relativa in Parlamento. E allora perché un comico sì e un rapper no? Da qui l’invito a rompere gli indugi e a tuffarsi in politica con un partito tutto suo. Il resto si vedrà, benché Gnocchi non manchi di avvertire «che la volatilità del popolo italiano è abbastanza conclamata». Ma l’ottimismo su “Abbi Fedez” resiste: «Gli sto facendo un assist».

Gene Gnocchi ironizza sulle mire politiche del cantante

Ma Fedez, per il comico, è anche l’occasione per parlare di satira in un momento in cui la morsa del linguaggio ispirato dal politically correct si fa sempre insopportabile. A suo giudizio, la satira e la libertà di espressione meritano protezione sempre perché ci sono gli strumenti legali per difendersi da eventuali offese. Ma oggi a temere la satira è soprattutto chi ha imprigionato il pensiero nella neo-lingua del politicamente corretto. Ne sa qualcosa il duo Pio e Amedeo, il cui monologo nell’ultima puntata di Felicissima serata, su Canale 5, ha scatenato un vero putiferio.

«Pio e Amedeo dovevano osare di più»

«Per me – ha detto Gnocchi – va consentito tutto: chi è oggetto della satira, se si ritiene diffamato, può rivolgersi ad un giudice. Il discrimine ovviamente è che io non rechi danno ad alcuno». Scendendo poi nel dettaglio, della performance di Pio e Amedeo, Gnocchi  l’ha definita come «un monologo teorico, di principio». A suo giudizio, «era più giusto entrare nell’argomento, fare una cosa specifica presentando un pezzo sulle persone di colore o sui gay». Lui avrebbe fatto diversamente. «Mi sarei aspettato di sentire cosa ne pensavano loro di un argomento e non – ha concluso – quello che io posso dire o meno».

 

 

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di Redazione - 5 Maggio 2021