Funivia del Mottarone, la prima denuncia sul “degrado” già nel 2015. A ottobre l’ultima revisione
La funivia del Mottarone aveva terminato la sua corsa, mancavano pochi metri all’arrivo. Lo schianto ha fatto 14 morti. Sarà la Procura di Verbania ora a tentare di far luce su quanto accaduto ieri, la caduta della cabina della linea Stresa-Mottarone. «L’intera area è stata posta sotto sequestro e nomineremo dei tecnici per accertare le cause dell’incidente» ha detto il procuratore Olimpia Bossi. «Per ora procediamo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, poi dobbiamo verificare anche la fattispecie dei reati colposi di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell’impianto». Bisognerà anche stabilire se il cavo si sia rotto o sganciato: «Non è un accertamento che può essere fatto nell’immediatezza sarà necessario fare verifiche di carattere tecnico».
Funivia del Mottarone, tavolo tecnico
Un “tavolo tecnico” per confrontarsi e per cercare di capire quanto accaduto ieri sul Mottarone. Il sindaco di Stresa Marcella Severino definisce così l’incontro previsto stamattina, al Palacongressi di Stresa con il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.
Saranno presenti anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso e l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti e alla Protezione Civile Marco Gabusi, oltre al prefetto di Verbania Angelo Sidoti.
Le vittime
Sono 14 i morti, tra cui un bambino di 9 anni dell’incidente sul Mottarone.
Le vittime sono: Tal Peleg, nato in Israele, classe 1994 e residente a Pavia. Amit Biran, nato in Israele, classe 1991, residente a Pavia. Tom Biran, nato a Pavia il 16 marzo 2019 e residente a Pavia. Konisky Barbara Cohen , nata in Israele nel 1950. Itshak Cohen, nato in Israele nel 1938. Mohammadreza Shahaisavandi, nato in Iran nel 1988, residente a Diamante in provincia di Cosenza. Serena Cosentino, nata a Belvedere Marittimo (provincia Cosenza) nel 1994 e residente a Diamante (Cosenza). Silvia Malnati, nata e residente a Varese, classe 1994. Alessandro Merlo, nato e residente a Varese, classe 1992. Vittorio Zorloni, nato a Seregno, classe 1966, residente a Vedano Olona (Varese). Elisabetta Persanini, di Vedano Olona. Mattia Zorloni, classe 2015, di Vedano Olona. Angelo Vito Gasparro, nato a Bari il 24 aprile 1976, residente a Castel San Giovanni (Piacenza)
– Roberta Pistolato, nata a Bari, classe 1981, residente a Castel San Giovanni (Piacenza).
Stabile il bimbo ferito
Sono gravi ma stabili le condizioni del bimbo di 5 anni rimasto, invece, ferito nello schianto della funivia. Il bimbo che ieri è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico per ridurre le fratture agli arti inferiori è ricoverato in rianimazione all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, è intubato e sedato. La prognosi resta riservata.
La zia del bimbo
«Ho saputo cosa era successo dai messaggi di WhatsApp. Ho cominciato a ricevere tanti “mi dispiace”, e non capivo perché. Ho chiamato mio fratello che non mi ha risposto così come mia cognata, allora ho chiamato i contatti di WhatsApp dicendo che non avevo idea del perché mi mandassero quei messaggini… due ore dopo abbiamo ricevuto la conferma dai carabinieri e capito che mio nipote era vivo perché il suo nome non era nell’elenco». È notte quando la zia del bimbo di origine israeliana ricoverato in gravi condizioni al Regina Margherita di Torino per le ferite riportate nello schianto della funivia del Mottarone esce fuori dall’ospedale per qualche minuto per parlare al telefono con i parenti lontani.
Funivia del Mottarone, il drammatico racconto della zia
Ancora non ha potuto vedere il nipotino, sottoposto nel pomeriggio a un lungo intervento chirurgico per stabilizzare le fratture. Dentro, ad aspettare notizie ci sono i nonni del piccolo, i suoi genitori, arrivati da Israele per stare un po’ con i nipotini. «Ho perso mio fratello, mia cognata, un altro nipotino – dice – e con loro sono morti anche i nonni di mia cognata, che dopo aver ricevuto il vaccino in Israele avevano deciso di venire in Italia per stare un po’ con i bis nipoti dicendo “cosa mai può succedere in Italia”».
Medico, da diciassette anni circa in Italia, la zia non si sbilancia sulle condizioni del bimbo che oltre alle fratture alle gambe, nello schianto ha riportato anche un politrauma. «Non sappiamo quale sarà la direzione, il trauma subito include il trauma cranico, bisogna vedere a lungo termine come andrà la situazione. Per adesso – conclude – siamo qui aspettando che ci facciano vedere il piccolo almeno da lontano».
Il messaggio di Giorgia Meloni
«Immagine straziante. Il nostro cuore e il nostro pensiero a tutte le persone scomparse a causa della tragedia inconcepibile e inaccettabile avvenuta oggi. L’Italia intera si stringe a tutti i cari delle vittime in questi momenti drammatici». Lo scrive la leader di Fdi Giorgia Meloni su Twitter.
La dinamica della tragedia
La cabinovia è precipitata per «15-20 metri, poi ha rotolato per qualche decina di metri e si è fermata contro due tronchi di alberi», ha spiegato Giorgio Santacroce, tenente colonnello del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania. L’incidente è avvenuto poco prima delle 12 e l’impatto è stato devastante tanto che alcuni corpi sarebbero stati sbalzati e trovati ad alcuni metri di distanza dal cavo tranciato.
L’impianto
Chiusa nel 2014 una revisione generale, la funivia del Mottarone ha riaperto nel 2016 dopo due anni di lavori di manutenzione e ammodernamento, affidati alla società Leitner. Il 13 agosto 2016 è stata inaugurata la riapertura della funivia e tra ottobre-dicembre 2016 sono state anche rinnovate le relative stazioni di riferimento della funivia.
L’azienda Leitner
L’azienda Leitner in merito alla manutenzione dell’impianto, ha affermato, che l’ultimo controllo magnetoscopico della fune è stato effettuato a novembre del 2020 e gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità, si legge in una nota. La revisione generale, che consiste in una severa revisione dell’intero impianto, dalle cabine ai carrelli, agli argani e alle apparecchiature elettriche, era stata realizzata nell’agosto del 2016.
Da allora, ogni anno a novembre, si sono succeduti con regolarità i controlli alle funi. Sempre con esito positivo. Nell’impianto di Stresa-Mottarone Leitner ha in carico la manutenzione straordinaria e quella ordinaria, mentre i controlli giornalieri e settimanali di esercizio fanno capo alla società di gestione Ferrovie del Mottarone. «Il pensiero più profondo e commosso della nostra azienda, che rimane a completa disposizione assieme ai propri tecnici per cercare di individuare al più presto le cause della immane tragedia, va alle vittime, ai bimbi feriti e alle loro famiglie e a tutte le comunità coinvolte», ha dichiarato Anton Seeber, presidente di Leitner.
La certificazione del ministero
Come riporta Il Giornale, «la storia recente della AB19 e della AB20, nome burocratico degli impianti che dalle sponde del Verbano portano in altitudine, è una storia di degrado e di incuria, oggetto di interpellanze». Perché da un lato, scrive Il Giornale, c’è la certificazione del ministero delle infrastrutture che ieri sera ha reso noto che a dicembre dell’anno scorso, «sono stati effettuati controlli specifici sulle funi», comprensivi di «controlli magnetoscopici sulle funi portanti, sulle funi traenti e sulla fune di soccorso». E da ultimo, alla fine dell’anno, «l’esame visivo delle funi tenditrici». Dall’altro c’è la terribile immagine della cabina accartocciata e della tragedia.
L’interpellanza
Per fare delle ipotesi, scrive ancora Il Giornale, bisogna risalire a una interpellanza che il 3 aprile 2015 il consigliere regionale del Piemonte Maurizio Marrone ha presentato alla giunta per chiedere informazioni sullo stato di manutenzione del collegamento via cavo tra Stresa e le alture. Nell’ interpellanza si ricorda che per quasi trent’anni, dalla inaugurazione del 1970 al 1997, le due tratte «vengono gestite dalla società Ferrovie del Mottarone srl», fino a quando «a seguito di grave degrado dell’impianto» le funivie vengono affidate a una azienda di servizi incaricata del risanamento. Nel 2001, la Ferrovie del Mottarone, si legge nell’interpellanza, «la stessa società che aveva portato la funivia a degrado», si aggiudica nuovamente la concessione e poco dopo ottiene anche con i fondi delle Olimpiadi invernali di Torino di realizzare un nuovo impianto.
La gara per la concessione
Ma la «storia del degrado e dell’abbandono non cessa», scrive Il Giornale, «al punto che nel 2014 la gara per la concessione della funivia va deserta. Ma poi a rientrare in scena è ancora la Funivie del Mottarone. Che appalta la manutenzione dell’impianto alla Leitner di Vipiteno, in Alto Adige». L’azienda ieri sera ha diramato un comunicato in cui ha confermato che l’ultimo controllo risale all’autunno scorso «e che gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità». Ora sarà la Procura e tutte le perizie collegate all’inchiesta a cercare di capire che cosa sia realmente successo.