I virologi si riprendono il virus: basta esperti tuttologi da tv. E poi la stoccata a Conte…
Basta esperti che banalizzano la virologia. I virologi si riappropriano del loro mestiere non senza affondi polemici. E’ il caso di Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano e di Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa. Insieme hanno scritto un libro che si intitola: ‘Virosfera’ (editore la Nave di Teseo). “Un termine che include tutti i virus presenti nel mondo in tutti gli ambiti, anche quello vegetale”.
Clementi: raccontare il fascino della virologia
L’intento – spiega Clementi – è “raccontare il fascino della virologia, in un periodo in cui è stata molto banalizzata, anche con vignette sui giornali. In questa pandemia sono stati puntati spesso i riflettori su altri aspetti. Sono stati riconosciuti come virologi litigiosi esperti che non erano nemmeno del settore. Consideriamo anche che nessun componente del primo Comitato tecnico scientifico era un virologo…“. Impossibile non notare, in quest’ultima affermazione, una frecciata polemica all’indirizzo del governo Conte e dei suoi “esperti”.
Un virus non può variare all’infinito
Proprio dinanzi alla confusione creata dalle chiacchiere sul coronavirus, i due autori si pongono l’obiettivo di raccontare che la virologia “è una delle discipline con il maggior numero di Nobel e che è cresciuta di più negli ultimi anni”. Del resto, come scrivono i due esperti nel libro, quello dei virus è un mondo affollato, se è vero che, pur essendo poco più di 4mila quelli oggi noti, si stima ne esistano milioni di trilioni, “più delle stelle in cielo”. Chi sono questi compagni di viaggio invisibili? Sono esseri “sobri”, “Non sprecano nulla e non fanno nulla che non sia strettamente necessario e connesso con il loro obiettivo, ovvero la replicazione”, si legge in un estratto. Ecco perché, conclude Clementi, “diciamo che un virus non può variare all’infinito. Ci sono cose che non può cambiare, quelle che svolgono una funzione non possono cambiare”.
Clementi: nelle zone bianche rispettare le regole
Clementi si mostra ottimista sul futuro per quanto riguarda la pandemia. Nelle zone bianche – osserva – “occorrerà continuare a rispettare le regole che sono state previste. E fare le cose nel modo in cui è consentito farlo. Alcune limitazioni rimangono, il distanziamento resta. Chi teme il precedente Sardegna“, prima regione d’Italia a sperimentare la zona bianca a marzo e tornata rossa nel giro di poco più di un mese, “deve pensare che allora era diverso. Oggi, rispetto anche alla scorsa estate, non abbiamo come unico elemento a favore il caldo e il sole. Certo, allora venivamo da un lockdown importante. Ma ora abbiamo un presidio di profilassi, ci arriviamo avendo vaccinato la metà della popolazione con almeno una dose. Questo mi fa sentire più tranquillo”.
Nuove terapie all’orizzonte per sconfiggere il virus
“Qualche colpo di coda ci potrà essere – avverte Clementi – probabilmente non ne saremo fuori a settembre, a livello di piccola circolazione residua del virus. Probabilmente dovremo fare un richiamo dopo la prima vaccinazione. Quindi i medici e i sanitari che si sono vaccinati per primi rischiano di arrivare col Green pass già ‘scaduto’ prima che parta ufficialmente. Ma le cose sembrano mettersi bene“.
Per Clementi non si deve poi guardare solo ai vaccini. “C’è un certo giusto fermento anche su possibili nuove terapie all’orizzonte. E’ importante svilupparle: sarà quello che avremo in mano anche per trattare eventuali casi che dovessero sfuggire alla vaccinazione o essere dovuti a varianti che controlliamo meno bene”.