Il Fatto non si dà pace per il libro della Meloni. A Selvaggia piaceva di più l’opera prima di Casalino
Sono mal di pancia esagerati quelli della sinistra dinanzi al libro autobiografico di Giorgia Meloni. Prima la libraia di Tor Bella Monaca che non vuole venderlo, poi Repubblica che paragona “Io sono Giorgia” al libro della Provincia di Trento che inserisce Mara Cagol tra le donne degne di ricordo speciale. Quindi il solito esercizio bilioso di Selvaggia Lucarelli che non sa che nel 1976 si abortiva tranquillamente in Italia e che esistevano pure i laboratori di analisi pensa te…
Il livore della sinistra: solo loro possono scrivere libri?
Ma perché tanto livore? Perché non si mettono l’anima in pace? Cos’è che turba così tanto le menti eccelse dei progressisti, il fatto che anche a destra conoscano l’alfabeto e che osino intrufolarsi in libreria tra i titoli di somma letteratura che la sinistra può schierare? Vediamo ad esempio cosa ha pubblicato Selvaggia Lucarelli, quale glorioso contributo ha regalato alla nostra editoria: la sua ultima fatica letteraria si intitola “Falso in bilancia“, storia di una donna che preferisce una pasticceria alla taglia 40. Prima ancora aveva pubblicato “Dieci piccoli infami” dove sparla degli uomini che l’hanno resa una persona peggiore.
Selvaggia Lucarelli e la stroncatura sul Fatto
Eppure, lei si esercita in recensione caustiche, spietate. Prende il libro della Meloni e ne contesta l’impianto vittimistico. Proprio lei che da mesi imbastisce una lagna senza fine sul suo amore tossico, sulla dipendenza affettiva che l’aveva fatta ammalare e bla bla bla. Ora, Selvaggia Lucarelli se la prende col fatto che Giorgia Meloni è diventata “martire” anziché una cattivissima lei. E’ cambiata la strategia mediatica, avverte. “Da qualche tempo, gli insulti che le vengono rivolti, anche se pronunciati da personaggi certo non di spicco e tramite canali locali, sono strategicamente amplificati da tutti i canali social delle stessa e di Fratelli d’Italia, con sollecitazioni intimidatorie alla sinistra perché esprima “solidarietà” (“Se insultano la Meloni i sinistroidi tutti zitti eh?”)“.
L’odio della sinistra si è rivelato un boomerang
Un vero peccato per Selvaggia Lucarelli. E anche per la sinistra tutta, la cui opera di demonizzazione dell’avversario si sta rivelando un boomerang. Che scandalo accorgersi che gli odiatori stanno anche a sinistra. Mica si fa così. Meloni e Salvini sono quelli delle ruspe, quelli che vogliono i migranti affogati, i nostalgici del Duce… Mica si cambia film in questo modo! Lucxrelli ne rimane spiazzata, e c’è da temere per il suo fegato. Mica le piace questa cosa alla penna velenosa del Fatto. E non le piace l’incipit del libro “Io sono Giorgia”: “Accompagnato da una promozione emozionale con lacrime dalla Toffanin e titoli sui giornali su sue paure, sul padre anaffettivo, sulle cattiverie degli hater, sul bullismo patito e su tragedie assortite, ha un incipit che è lo svelamento perfetto dell’operazione: sua madre era incinta di lei, voleva abortire perché in crisi col compagno, va a fare le analisi pre-operazione, lì ci ripensa e dice: “No, mia figlia avrà una sorella!”. Una narrazione epica. Giorgia che nasce da uno slancio femminista che sa di coraggio, eroismo e riscatto. Un futuro segnato. Una predestinata. Come la Madonna. Come Harry Potter“.
Quando Selvaggia Lucarelli incensava Rocco Casalino e il suo libro “Il Portavoce”
Lei Selvaggia, mostrò di apprezzare mesi fa molto di più un altro libro che presentava la stessa costruzione autobiografica. E pure lì c’era un padre poco esemplare. Ma a scriverlo era Rocco Casalino, il portavoce del tanto amato dal Fatto Giuseppe Conte. E Selvaggia, che è una che sa attaccare il ciuccio dove vuole il padrone, si sdilinquiva tutta nell’intervistare Roccobello.
Selvaggia Lucarelli e le lacrime di Rocco Casalino
In particolare quando il portavoce celebrava le straordinarie doti umane di Conte. “Siete diventati amici? Sì, ci davamo del tu, gli parlavo anche di cose personali, quando mia mamma ha avuto problemi di salute lui si preoccupava. Regali te ne ha fatti? Tanti. Molte cravatte importanti. E libri. Tu a lui? L’ultimo è stato un panettone artigianale di “Da Vittorio”. Un panettone? Sì, ma da 300 euro“. E poi Selvaggia, sempre più premurosa, che chiedeva: ti sono venute fobie? Ti sei dispiaciuto perché hanno sfottuto le tue lacrime quando Conte lasciava Palazzo Chigi? Insomma quello di Rocco Casalino sì che era un libro da promuovere, da incensare, da piluccare con goduria. Vita vera lì. Altro che il libro di Giorgia Meloni…