Il prof che vuole Meloni a testa in giù scelto dalla Azzolina per la commissione anti-odio
Il prof che vede bene Giorgia Meloni a testa in giù, Simon Levis Sullam, figurava tra i docenti scelti dall’ex ministro Lucia Azzolina per la commissione anti-odio. Lo scrive oggi su La Verità Francesco Borgonovo.
Sullam nella commissione anti-odio voluta da Lucia Azzolina
Nel gennaio 2020, infatti, l’allora ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, “propose l’istituzione di una commissione (lo slogan era «Storia bene comune») con il compito di fare «proposte per dare importanza alla Storia come bene comune, come risposta al riaffacciarsi dell’odio, del negazionismo e dell’indifferenza».Il ministro fece anche i nomi dei componenti di questo fantastico gruppo anti odio: “Andrea Giardina (presidente), Alberto Melloni, Leila El Houssi, Patrizia Gabrielli, Silvia Calandrelli, Maria Grazia Riva, Andrea Zannini e indovinate un po’… Simon Levis Sullam”.
Il nuovo ministro che farà con la commissione?
La commissione non è finita nel dimenticatoio. Il nuovo ministro, Patrizio Bianchi, ha ripreso l’idea. Il 4 maggio ha annunciato: «Sto insediando una commissione sulla storia presieduta dal prof. Giardina». La commissione è stata in effetti istituzionalizzata, e il 19 maggio pare si sia riunita. Ma se il presidente della commissione è lo stesso – chiede Borgonovo – sono gli stessi pure i membri? Ci ritroveremo Sullam nella nuova squadra anti odio? Ci auguriamo che Bianchi chiarisca.
Azzolina ha preteso la cacciata di un sindacalista dal ministero per i suoi post contro di lei
Da ricordare che proprio il ministro Bianchi, a fine marzo, era stato investito da Lucia Azzolina della questione di un collaboratore del sottosegretario Sasso (Lega), indicato come stalker della stessa Azzolina. Il sindacalista Pasquale Vespa, che aveva condiviso su Fb un vidoe in cui Azzolina appariva come una zombie, ha lasciato il suo incarico al ministero del giro di 48 ore. E se il prof. Sullam dovesse ancora far parte della commissione anti-odio seguirà la stessa sorte di Pasquale Vespa?
Occorre vigilanza sulla faccenda. Perché Sullam non è affatto pentito, anzi. Si dichiara vittima di una gogna social messa in piedi dai “fascisti”. E alcuni colleghi lo spalleggiano apertamente.
I prof rossi in difesa di Sullam: e uno dà dell’infame alla Meloni
Il Giornale ha riportato un florilegio di post di solidarietà a Sullam. Tra i quali – scrive Il Giornale – “spicca quello di Carlo Greppi, famoso studioso, autore di libri sulla Shoah e sulla Resistenza anche per Feltrinelli il quale, postando l’immagine di un pugno chiuso, chiaro simbolo della sinistra comunista, scrive: «Vedersi scatenare addosso la macchina del fango non è mai piacevole, ma quando a farlo è un infame – etimologicamente: indegno di fama – è una medaglia al valore». Oreste Veronesi, amico di Sullam, sul cui profilo Facebook spiccano bandiere di Potere al popolo, rigira la frittata: «La destra fa questo: quando la libertà di espressione non le piace usa ogni mezzo per far in modo che chi si è espresso taccia. La mia solidarietà totale a Simon Levis Sullam, che è peraltro uno storico di spessore e il fascismo lo conosce (e riconosce) molto bene»”. Capito il concetto? Libertà di insulto per gli antifascisti e se lo fai notare sei un infame…