Libero, domani arriva Sallusti. E oggi in prima pagina c’è il Duce. Pubblicate le telefonate segrete
“Oggi è l’ultimo giorno al Giornale, da domani sono direttore di Libero“. Alessandro Sallusti, in collegamento con Domenica In, certifica il passaggio dalla direzione del Giornale a quella di Libero. “Sono grato alla famiglia Berlusconi che mi ha dato libertà e per la generosità. Credo che dopo 12 anni sia giusto cambiare, serve energia nuova”, dice Sallusti, assicurando che non pensa a un futuro in politica.
E intanto Libero si prepara all’arrivo con una prima pagina in cui campeggia una foto di Benito Mussolini. Il motivo? la pubblicazione da parte del quotidiano delle telefonate del Duce intercettate dai tedeschi. Si tratta delle conversazioni che Benito Mussolini intratteneva per telefono con i suoi collaboratori, con i capi militari della RSI, con Clara Petacci, con la figlia Edda, con i gerarchi nazisti di stanza in nord Italia, con Adolf Hitler.
L’incartamento è stato spedito a Libero da Riccardo Lazzeri, ex contabile che oggi ha 94 anni, che lo avrebbe ricevuto dal capo delle SS in Italia Karl Wolff. Alcune telefonate sono state già pubblicate. “Nelle pagine che oggi e che nei prossimi giorni pubblicheremo – scrive il quotidiano – potrete “leggere la voce” di un Mussolini indebolito ma non privo di un suo seguito, a tratti ancora “capo di governo”, in cerca fino all’ultimo giorno di una soluzione, stretto fra tedeschi allo sbando e le convulse trattative incrociate per la resa, a volte tagliato fuori dagli avvenimenti, in altri momenti ribelle e orgoglioso; leggerete anche di un uomo che in Clara Petacci ha un’amante “vivace” con la quale spesso battibecca. Nella drammatica conversazione notturna con Wolff in cui Mussolini chiede consiglio all’ufficiale tedesco, l’unico di cui pensava di potersi fidare, su che cosa fare della vita di Galeazzo Ciano (ne sono uscite varie versioni, Lazzari afferma che questa è la trascrizione originale), emerge tutta l’incertezza dell’uomo; ma anche che, al contrario di quanto da più parti sostenuto, i nazisti non ebbero parte diretta nella questione né fecero pressioni, cosa che secondo Lazzari dimostra l’indipendenza della Rsi dagli alleati tedeschi, che pure lo sorvegliavano da vicino”.
Ecco parte della telefonata tra Mussolini e Wolff pubblicata da Libero:
M. Camerata Wolff, abbiamo lavorato così bene insieme e siete stato per me un giovane aiutante comprensivo, quando persi il potere. La prego, non mi abbandoni. Comprendo che lei adesso si trova in un conflitto di coscienza, tra me e gli ordini di Hitler. Ma a lui va certamente meglio di me ed io mi trovo in una terribile situazione, perché i figli di Ciano sono i miei nipotini ed inoltre la mentalità italiana è diversa da quella tedesca.
W. Lo so benissimo ed è appunto per questo, che mi guardo bene dal darle dei consigli.
M. Ma non potete dirmi qualcosa o aiutarmi in modo che io possa prendere una decisione più giusta e migliore? W. Duce, lei sa come io la Veneri e soprattutto ora non voglio deluderla o abbandonarla in quest’ ora difficile. Non posso agire apertamente contro un ordine del Führer, ma dinanzi alla mia coscienza le faccio una proposta. Se ben comprendo è importante per lei di sapere quali ripercussioni un’esecuzione della sentenza od una grazia avrebbero su Hitler, comandante supremo del popolo tedesco e su Himmler.
M. Le sono grato, vedo che lei intende aiutarmi. Camerata Wolff, mi rivolgo a lei, privatamente, come ad un amico. Che cosa si aspetta Hitler da me? Che io faccia fucilare Galeazzo o che lo faccia fuggire? Ditemelo.
W. Hitler non crede ad una esecuzione della sentenza.
M. Camerata Wolff, se non faccio eseguire la sentenza il mio prestigio presso il Führer ne risentirebbe?
W. Francamente sì. D’altra parte non pretende da lei che prenda una decisione contraria ai sentimenti del popolo italiano.
M. E che cosa ne penserebbe Himmler, il Reichsführer SS?
W. Duce, vuol conoscere la verità?
M. Sì, naturalmente, per questo lo chiedo, perché è molto importante per me.
W. Il Reichsführer crede e spera – questa è la pura verità – che lei tragga la logica conseguenza degli errori del passato e che lei possegga la vera grandezza, come padre della patria, di anteporre la “res publica” ad ogni altro interesse umano e familiare, affinché il popolo possa convincersi che Mussolini è ancora il duce ed antepone gli interessi dell’Italia a quelli della propria famiglia. Himmler ritiene, che Galeazzo Ciano, una volta all’estero, passerebbe al nemico, consegnando i diari per motivi venali.
M. Grazie, camerata Wolff. Mediterò su quanto sentito. Le auguro una buona notte, nel caso lei possa ancora dormire.