L’ira degli abitanti di Lampedusa sulle navi per i migranti: «Quei milioni spendeteli per noi»
Le navi quarantena per accogliere i migranti mandano in bestia gli abitanti di Lampedusa: una scelta che ha scatenato più di una polemica tra residenti e commercianti di stanchi dell’eccessiva attenzione all’emergenza rispetto alla riqualificazione dell’isola. Un reportage tra la gente su la Stampa di Grazia Longo inviata a Lampedusa reende bene il grado di esasperazione degli isolani. Altri 41 migranti sono giunti nella notte. “Escono dal pulmino, dove hanno viaggiato tutti stipati gli uni accanto agli altri dall’hotspot fino a Cala Pisana, piuttosto alla rinfusa. Poi, invece, salgono ordinatamente, assistiti da polizia, carabinieri e i mediatori culturali, sull’Azzurra, una delle tre navi quarantena”.
Lampedusa, 1 milione di euro per ciascina delle tre navi quarantena
600 migranti hanno lasciato Lampedusa giovedì. Altri 300 lo hanno fatto in serata sulla nave quarantena Splendid. E 250 minori non accompagnati sono stati imbarcati sul traghetto di linea verso Porto Empedocle. “Al centro di prima accoglienza di Contrada Imbriacola sono così rimasti circa 500 migranti; e se le condizioni del mare continueranno ad essere buone, potranno anch’ essi essere trasferiti sulla terza nave quarantena, l’Allegra”, leggiamo nel resoconto. Si tratta di navi da crociera prestate a un’emergenza drammatica alla quale non si vuole porre rimedio, con un’Europa che continuia a oprenderci in giro. E con un ministro Giovannini che acriticamente continua a dire ‘portichiusi mai’. Andasse ad ascoltare cosa ne pensano a Lampedus. Sono stanchi dell’eccessiva attenzione all’emergenza rispetto alla riqualificazione dell’isola.
Lampedusa, l’ira degli isolani: “Non abbiamo un ospedale come si deve”
L’inviata incontra Don Carmelo La Magra, 42 anni, parrocco dell’unica parrocchia, San Gerlando. «La solidarietà viene al primo posto – dice a la Stampa – e molti lampedusani sanno bene che la presenza dell’hotspot, per quanto problematica, non compromette gli ingressi economici legati al turismo. Ma il governo sta dimostrando di non essere in grado di affrontare gli sbarchi. A partire dal fatto che ogni mese spende 1 milione di euro per ciascuna delle tre navi quarantena al largo dell’isola».
Turismo morto: “Siamo noti solo per gli sbarchi”
Lo considera un inutile spreco di denaro. Perché «tanto alla fine i migranti vanno sistemati sulla terraferma. Per loro non va bene, perché li si fa stare ancora in mezzo al mare. E poi quel denaro potrebbe essere speso per altro, sia per i migranti sia per Lampedusa». Anche Giuseppe Cappello, 51 anni, proprietario dell’Hotel Medusa afferma: «La nostra rischia di essere un’isola fantasma, nota solo per gli sbarchi. Mentre invece avrebbe bisogno di un rilancio non solo di immagine ma anche relativo alla riqualificazione delle strutture e infrastrutture. Siamo tempestati di telefonate di turisti che hanno prenotato e hanno paura di trovare chissà cosa».
I pescatori: “Sostegni per noi lo Stato non ne dà”
E ancora: Lampedusa avrebbe bisogno di iniziative culturali per essere attrattiva nei pacchietti turistici. Gli abitanti di Lampedusa ricordano quando Claudio Baglioni organizzava ogni estate una rassegna canora a cui partecipavano molti artisti. Pertanto ci sarebbe bisogno di spendere per il potenziamento del porto e dei collegamenti navali, altro che 1 milione al mese per ogni nave quarantena. Un pescatore sbotta: «Questa spesa esagerata per le navi quarantena.Noi ci spacchiamo la schiena sotto il sole o sotto la pioggia – dice – ma non riceviamo aiuti concreti dallo Stato. Capisco che i migranti soffrono e hanno bisogno di aiuto, due mesi fa col mio peschereccio ne abbiamo salvati 85. Ma anche noi abbiamo difficoltà economiche e abbiamo bisogno di un sostegno. Invece chi sale al governo non ci dà mai retta. Per non parlare dell’isola. Guardi con i suoi occhi: le strade sono tutte rotte, c’è bisogno di un mucchio di lavori». Ma da parte dello Stato solo rassegnazione agli sbarchi continui.
Lampedusa esplode: “Noi dimenticati”
Come si vede nessuno di loro nega l’emergenza umanitaria, ma dimenticare altre priorità e delittuoso. Maria Partinico, 32 anni, cameriera aggiunge: «A me spiace molto per questi poverini che viaggiano tre giorni per arrivare da noi tutti bagnati e morti di fame. Hanno bisogno di aiuto ed è giusto aiutarli. Ma i politici non si possono dimenticare di noi». Per esempio, a parte strade e infrastrutture, manca un «ospedale come si deve: ne abbiamo uno ma non è organizzato per interventi importanti. Io per operarmi a un rene sono dovuto andare a Roma. Con tutto il rispetto per l’aiuto che si deve fare a quella povera gente, queste navi quarantena costano troppo. È vero che così i migranti restano isolati, per combattere il rischio Coronavirus ma si poteva ottenere lo stesso risultato con strutture a terra che costano meno», è l’accusda di un altro pescatore. E intanto altri sbarchi nella notte ,ancora come ogni giorno. La bella stagione è appena iniziata.