M5S, Conte prova a riprendersi la scena. E gela gli entusiasmi per la “svolta garantista” di Di Maio
31 Mag 2021 10:53 - di Eleonora Guerra
Va bene la «dignità dell’essere umano», ma non esageriamo col garantismo. Giuseppe Conte è intervenuto su Facebook sul tema delle scuse di Luigi Di Maio all’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti, dopo l’assoluzione in Appello. Un gesto, quello del ministro degli Esteri, che ha scatenato diversi malumori nel M5S, ai quali si rivolge piuttosto chiaramente il post di Conte. Arrivato solo dopo alcuni giorni dal messaggio di Di Maio, infatti, l’intervento del capo politico in pectore del Movimento sembra indirizzato a rassicurare l’ala dei manettari irriducibili, anche – forse soprattutto – in un’ottica di puntellamento della propria leadership.
Il post di Conte sulle scuse di Di Maio a Uggetti
Conte ha inserito le scuse di Di Maio nel «processo di maturazione collettiva» che starebbe compiendo il M5S e che «avrà al suo centro il rispetto della persona, nella sua dimensione individuale e sociale, perché non ammettiamo una “ragione” superiore alla quale sacrificare la dignità dell’essere umano e la tutela effettiva dei suoi diritti e libertà fondamentali». Dunque, anche il fatto di «riconoscere come errori alcuni toni e alcuni metodi usati in passato» bisogna leggerlo, secondo l’ex premier, in questa chiave. Ma, ha avvertito Conte, il Movimento «non archivierà la forza e il coraggio delle sue storiche battaglie per cambiare il Paese». «Saremo una forza aperta, accogliente. Ma – ha aggiunto Conte – anche intransigente nella misura in cui non ci renderemo disponibili a negoziare i nostri principi e a scolorire i nostri valori. Il principio di legalità e il valore dell’etica pubblica per la nostra comunità politica sono valori inossidabili».
L’ex premier tenta di placare i malumori nel M5S
«La linea del Movimento su questo non può generare alcuna confusione: garantiremo il massimo rispetto della dignità di ogni persona, ma tenendo sempre fermo il massimo rigore nel pretendere il rispetto dei più alti principi di etica pubblica, del più alto senso civico e delle Istituzioni.
Per questo oggi chi pensa che il nuovo Movimento possa venire meno a queste convinzioni o pensa di strumentalizzare questo percorso di maturazione, rimarrà deluso».
Questione di valori o di leadership?
Le scuse di Di Maio a Uggetti erano state accolte con freddezza dal Movimento, che non era al corrente della mossa; sconfessate apertamente, per esempio, da Marco Travaglio, che aveva parlato di «solenne sciocchezza»; criticate sotto traccia nei commenti anonimi dei parlamentari riportati dalle cronache del giorno dopo. «Se diventiamo uguali a Forza Italia, cosa ci facciamo dentro il Movimento?», ha detto un parlamentare a Repubblica dell’altro ieri, mentre ieri un altro «big dei 5 Stelle» notava come Di Maio con la lettera al Foglio abbia «rubato la scena a Conte». Insomma, la mossa delle scuse, più che rappresentativa del «processo di maturazione» del M5s, appare emblematica della lotta di potere che si sta consumando al suo interno, mentre la leadership di Conte resta impantanata nel pasticcio della battaglia legale e non solo con Rousseau.
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