M5S e Pd litigano anche sulla pista ciclabile di Roma. Zingaretti a Raggi: “Con l’asfalto copri le buche…”
Diventa un caso nazionale tra Pd e M5S la colata di asfalto sul Lungotevere per ripristinare una vecchia pista ciclabile. Il lavoro, fortemente criticato da tutti, ma difeso strenuamente dai grillini, è diventato infatti oggetto dell’ultimo attacco di Nicola Zingaretti a Virginia Raggi, provocando uno scossone tra i rapporti tra i due partiti che va oltre gli ormai consueti scontri romani. «Con le competenze che abbiamo vogliamo fare di tutto per aiutare città. L’asfalto serve per coprire le buche di Roma e non va messo sulle rive del Tevere», ha detto il presidente della Regione, dando il via alla reazione ai più alti livelli del Movimento.
Crimi reagisce alla frecciata di Zingaretti alla Raggi
Per dare manforte agli assessori comunali che hanno fatto da scudo al sindaco, infatti, dopo l’intervento di Zingaretti è sceso in campo anche il capo politico Vito Crimi, che ha lamentato le «menzogne su Virginia Raggi». «L’ultima fake news riguarda la pista ciclabile sul Lungotevere che, se la si vuol criticare, i responsabili vanno trovati molto indietro nel tempo, all’attuale amministrazione va dato invece il merito di averla risistemate e resa ancora più fruibile». Insomma, «Virginia è una sindaca capace e tenace, chi cerca di usare questi mezzucci dimostra solo di non avere altre frecce al proprio arco» e cinque anni dopo il suo arrivo in Campidoglio, a scadenza del mandato, la colpa è sempre di quelli che c’erano prima.
Il coro M5S: tutta colpa di chi c’era prima
Il concetto è stato esplicitato l’assessore al Personale di Roma, Antonio De Santis, che dopo aver chiarito che «Nicola Zingaretti se ne esce alla Salvini» ha aggiunto che «l’opera fu programmata da Walter Vetroni 15 anni fa e realizzata da Alemanno, il che consiglierebbe a destra e sinistra di soppesare le valutazioni». Dichiarazione fotocopia per il vicesindaco con delega ai Trasporti, Pietro Calabrese. «Zingaretti come Salvini. Povero, è in ritardo di oltre 15 anni. L’asfalto c’era già. I lavori li hanno programmati quando era sindaco Veltroni e realizzati poi con Alemanno. Qualcuno gli rinfreschi la memoria», ha scritto su Facebook. Per il consigliere capitolino Paolo Ferrara, poi, se Nicola Zingaretti aveva qualcosa da ridire sulla pista ciclabile «doveva farlo notare a Walter Veltroni circa 15 anni fa».
L’intervento della Sovrintendenza
Sulla pista ciclabile però è intervenuta anche la Sovrintendenza, che, come riportato da Repubblica, è ha chiesto al Campidoglio di rimediare a quello che ad oggi appare come un obbrobrio e intimato di attenersi a prescrizioni cromatiche più adeguate. Insomma, quel cemento nero proprio non può andare, è stato in sintesi l’intervento della sovrintendenza. Dopo il quale il Campidoglio s’è messo a fare le prove di colore, sostenendo che le critiche erano poco genuine perché i lavori ancora non erano ultimati. Una “pezza” che non ha convinto neanche Italia Nostra. In un comunicato dell’associazione si legge: «Non c’è nessuna giustificazione né ci può essere alcuna assoluzione per la brutalità dell’intervento dell’assessorato alle Infrastrutture di Roma Capitale, per aver devastato le banchine del Tevere».