Manovre tra gli ex 5S per il nuovo partito: dai “cenacoli” di Morra ai post anti-Draghi su Fb

22 Mag 2021 19:21 - di Milena Desanctis
ex 5S

Grandi manovre in corso tra gli ex 5S. Lavorano a fari spenti al loro soggetto politico, partendo dalla costruzione di nuove compagini parlamentari alla Camera e al Senato. Molto attivo, negli ultimi giorni, il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. L’ex grillino, docente di filosofia, sta provando a tessere i fili dell’operazione, tra un “cenacolo” e l’altro.

Incontro tra ex 5S

Mercoledì sera, per esempio, attovagliati al ristorante “Margherita” a due passi da Palazzo Madama, c’erano sette, otto ex pentastellati (rigorosamente divisi tra due tavoli, in ossequio alle disposizioni anti-Covid). Tra questi, oltre allo stesso Morra, i deputati Cristian Romaniello, Michele Sodano, Rosa Menga, Raphael Raduzzi. «Abbiamo parlato di filosofia…», si schermisce uno dei commensali. Il giorno dopo è stata la volta del pranzo tra Morra e Alessandro Di Battista, al quale molti delusi 5 Stelle guardano come punto di riferimento. Solo un incontro tra amici, precisa l’ex pentastellato che a settembre scioglierà la riserva su un suo possibile ritorno sulla scena politica.

Ex 5S, l’attacco all’esecutivo Draghi

Oggi, come un sol uomo, molti ex grillini (da Morra a Barbara Lezzi) hanno pubblicato sui social lo stesso post per attaccare l’esecutivo Draghi, criticando i contenuti del decreto sostegni bis: «Questo governo continua a far paura perché sembra voglia distruggere la piccola impresa italiana e le attività commerciali più in sofferenza», scrivono. Se però al Senato, alla luce delle norme stringenti previste dal regolamento sui gruppi, sarà difficile dar vita a qualcosa che vada oltre la semplice componente, la strada sembra più in discesa a Montecitorio, dove a differenza di Palazzo Madama non è necessario “appoggiarsi” al simbolo di un partito che si è presentato alle ultime elezioni ma bastano solo venti persone.

Alla ricerca di un nome

In tandem con i senatori Morra e Lezzi si sta muovendo alla Camera l’ex sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa. L’interlocuzione con la componente “L’alternativa c’è” – anch’essa formata da ex M5S espulsi per non aver votato la fiducia al governo Draghi, come Andrea Colletti e Pino Cabras – procede a fasi alterne e non è detto che alla fine nasca per forza un gruppo unitario. Si registrano diversità di vedute sia sul progetto che sull’opportunità di riunirsi sotto l’insegna de “L’alternativa c’è”. La compagine che fa capo a Morra, Lezzi e Villarosa sta infatti cercando un altro nome. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, tra le sigle al vaglio ci sarebbero anche “Coraggio”, “Solidarietà e giustizia” e “Movimento 4 ottobre”. Quest’ultima già utilizzata dai dissidenti M5S piemontesi.

Cosa bolle in pentola

Il progetto di Morra&Co punta ad essere attrattivo non solo per gli altri grillini espulsi (lo scorso 20 maggio Maria Laura Paxia ha lasciato ‘L’alternativa c’è’ e ora riflette sul da farsi, in attesa del nuovo gruppo) ma soprattutto per i parlamentari che ancora fanno parte del Movimento ma che presto potrebbero fare le valigie e abbandonare la nave pentastellata. «Tutto dipende da quando verrà presentato il piano rifondativo di Giuseppe Conte», spiega un ex grillino. «La scelta di confermare o meno il vincolo dei due mandati scontenterà molte persone, in ogni caso».

L’accoglienza dei fuorusciti

E il nuovo soggetto politico si candida ad accogliere i fuoriusciti. Da non sottovalutare, poi, la questione delle restituzioni: ammontano a poco più di trenta, su un totale di 238 tra Camera e Senato, gli eletti che risultano in regola con le rendicontazioni. «Per alcuni di loro la cifra da restituire per mettersi in pari è talmente alta che l’addio al M5S resta una scelta quasi obbligata».

 

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