Maurizio Battista elogia il coraggio di Pio e Amedeo: “Oggi i comici italiani non sono liberi” (video)
Una sera di vent’anni fa, Maurizio Battista, quando non era ancora la star della comicità che tutti conosciamo, raccontò al pubblico del piccolo cabaret romano dove si esibiva, di essere capace di far ridere su tutto. Anche sulle cose più sconvenienti. Anche sulla malattia del vecchietto in sala tremolante o sulle situazioni più imbarazzanti. Battute che, oggi, definiremmo sessiste, classiste, omofobe, xenofobe. Erano tutte straordinariamente esilaranti.
Maurizio Battista dal Gildo al Sistina
Correva l’anno 2001 e l’allora barista romano prestato alla comicità aveva appena terminato il suo spettacolo davanti a alcune decine di persone in un piccolo locale dietro via Cavour. Oggi, purtroppo, anche Maurizio Battista che è diventato un volto tv ed è passato dal Gildo al Sistina, deve alzare bandiera bianca davanti alla dittatura del “politicamente corretto”.
Interpellato dall’Adnkronos sulle polemiche divampate dopo il monologo di Pio e Amedeo su Canale5 Felicissima serata, spiega. «Il problema che ci frena è che si è stretta la forbice, gli argomenti liberi dei quali si può parlare facendo ridere sono rimasti pochi o nessuno. Fare comicità senza prendere critiche è difficile. Loro hanno forzato un po’ la mano perché l’argomento era rognoso e, così, qualche suscettibilità la vai a toccare per forza di cose. Io non li giustifico né li condanno, ognuno fa quello che gli pare. Però, bisogna immaginare che ci sia qualcuno che si arrabbi. Si può trovare qualcuno che ha ragione, qualcuno che è ipocrita».
Per Battista, quindi, «è meglio restare nel proprio ambito per non prendere insulti o minacce. Questa è la realtà, è inutile girare intorno alle cose”. In ogni caso Battista ammette che “il pezzo del duo è stato coraggioso, e io li ammiro. Anche gli autori, va detto, sono stati coraggiosi. Oramai gli argomenti rognosi sono tutti, ammiro Pio e Amedeo, ma quando si vuole essere trasgressivi si corrono dei rischi”, conclude.
“Oggi non possiamo neanche ridere sulla patata bollita”
Un concetto ribadito nel video registrato successivamente sulla sua bacheca Facebook. «Negli ultimi tempi la forbice degli argomenti comici si è ristretta. Gli argomenti liberi di cui puoi parlare senza polemica, non ci sono. Se io critico le patate bollite, mi scrive per protestare l’Associazione delle patate bollite: “Battista, lo sa che dietro le patate bollite ci stanno centomila lavoratori”. Diventa difficile far ridere o creare una risata. Loro hanno calcato delle cose forti. Però è difficile, la comicità è una camera e cucina con cinque e sei mobili. I mobili sono quelli. Quando fai queste cose ti assumi le tue responsabilità e rischi di prendere gli insulti».
Insomma, «come ti muovi ti muovi male. Se il cane mi bacia, l’associazione lecca cagnetti che protesta. I comici americani parlano di qualsiasi cosa? Vero, ma noi non stiamo in America. Noi siamo in un Paese di suscettibili e permalosi». Per poi chiosare: «Stiamo sempre vicino a chi è coraggioso, ma essere coraggiosi ha i suoi rischi». I tempi del Gildo sono finiti. E la constatazione è amara e allarmante: siamo tutti meno liberi.