Mentana difende la libertà d’espressione: “Deve valere per tutti”. E la sinistra va fuori di testa
«In questo paese c’è la libertà di parola». Esordisce così Enrico Mentana, nel post su Facebook che ha mandato fuori di testa parecchi esponenti, anche di spicco della sinistra. Il direttore de La7, ha scritto un concetto di una banalità imbarazzante. Eppure, ha toccato nervi sensibili delle vestali del politicamente corretto.
«Non esiste – prosegue il post di Mentana – che si metta alla gogna chi ha un parere diverso, e allo stesso modo è inconcepibile che si sottoponga alla gogna mediatica, o peggio si proponga l’ostracismo per chi fa satira sui temi sensibili. Sei anni fa eravamo tutti Charlie: ma non esiste che si difenda chi fa satira sui simboli religiosi e si attacchi chi la fa sulle scelte di genere. La libertà è una sola, permette di prendere in giro i leghisti e gli ebrei, i gay e i magistrati, i machisti e i navigator, i giornalisti e le femministe, e così via, nessuno escluso. E non perché “Se no fai il gioco della destra” come mi è toccato leggere, ma perché la libertà è precisamente questa, piaccia o no. Si legge nell’articolo 21 della costituzione, che ribaltò le proibizioni del fascismo (da non dimenticare mai): “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Sante parole».
Johnatan Bazzi contro Enrico Mentana
Su Facebook, tra i primi ad attaccare Mentana è intervenuto lo scrittore Johnatan Bazzi, già redattore di Gay.it “Direttore, io credo lei abbia gli strumenti, la posizione e l’esperienza per fare meglio di così”. Il riferimento non detto di Mentana era ovviamente anche a Pio e Amedeo per le sue battute sugli omosessuali. E quindi il mondo che caldeggia il Ddl Zan ora non può condividere una ovvietà prevista dalla Costituzione.
E anche il deputato Fiano fa la sua lezioncina
Anche il deputato dem Emanuele Fiano spara la sua cannonata contro il giornalista. “Condivido che Mentana dica che la satira debba essere libera ma non è vero che è permessa qualsiasi manifestazione di idee in questo paese, non è permessa l’apologia di terrorismo per esempio, non è permessa un’idea discriminatoria, non è permessa un’idea fascista che presupponga la riorganizzazione del Partito fascista, non è permessa un’idea calunniosa o diffamatoria nei confronti di qualcuno. Perché dobbiamo raccontare che non ci sono limiti alla libertà di espressione nel nostro ordinamento se ci sono?”.
Libertà di satira, il precedente di Michela Giraud