Morti bianche, dopo Luana anche Cristian. Meloni: “La sicurezza sul lavoro sia una priorità”
Due giorni fa Luana, oggi Cristian. Due morti bianche, due pesi sulla coscienza di chi governa il Paese e spesso depista l’attenzione su temi che nulla hanno a che vedere con le vere emergenze degli italiani. Mentre in Toscana si piange la morte di Luana D’Orazio, la 22enne operaia morta la mattina del 3 maggio in un infortunio sul lavoro in un’azienda tessile di Oste di Montemurlo (Prato), oggi è arrivata un’altra terribile notizia, quella di un’altra morte bianca. Un operaio di 49 anni è morto in un incidente sul lavoro verificatosi all’interno di un’azienda di Busto Arsizio, nel Varesotto. Cristian Martinelli, rimasto schiacciato da un’enorme fresa industriale, è stato trasportato in condizioni disperate all’ospedale di Legnano dove però i medici non hanno potuto fare nulla per salvarlo. La moglie: “Si lamentava che erano in pochi”. Morti bianche, dolore rosso sangue.
Le morti bianche diventeranno priorità?
Sul fronte politico la reazione della leader di Fratelli d’Italia è addolorata e commossa: “L’ennesima inaccettabile morte sul lavoro. Lascia due bimbe piccole e la moglie, Cristian perde la vita a 49 anni schiacciato da una fresa. Ci stringiamo a tutti i suoi cari per questa tragedia inconcepibile. La sicurezza sul lavoro è un tema che non può essere rimandato e su cui la politica deve lavorare unita affinché non si ripetano più questi drammi: lo dobbiamo a Cristian, a Luana e a tutte le vittime sul lavoro”, ha scritto su Facebook Giorgia Meloni.
Parole di costernazione anche dal Pd. “Oggi piangiamo una nuova morte sul lavoro, un operaio di 49 anni. Stamattina, a Omnibus La7, parlando della tragedia di Luana D’Orazio, ho detto che indignarsi non basta. Che l’insicurezza è illegalità. Che le leggi ci sono e che si tratta di applicarle”, ha detto Giuseppe Provenzano, Vicesegretario del Pd.
Le indagini sulla morte di Luana D’Orazio
Si stanno concentrando su una saracinesca protettiva rimossa le indagini della procura di Prato che ha aperto un fascicolo per la morte di Luana D’Orazio, la 22enne operaia di Agliana (Pistoia) morta lunedì mattina 3 maggio risucchiata da un macchinario in una fabbrica tessile di Oste, nel comune di Montemurlo (Prato).
Per i reati di omicidio colposo con rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, a causa delle violazioni delle norme per la sicurezza, sono stati iscritti nel registro degli indagati la titolare dell’azienda ‘Orditura Luana’, Luana Coppini, e Mario Cusimano, responsabile della manutenzione dei macchinari dell’impresa.
L’iscrizione da parte del pubblico ministero Vincenzo Nitti si è resa necessaria affinchè i due indagati possano nominare un loro consulente per assistere all’autopsia. L’ipotesi degli investigatori della polizia giudiziaria – gli accertamenti sono condotti con i tecnici della Asl – è che Luana D’Orazio sia stata stritolata dall’orditoio perché sarebbe stata rimossa la saracinesca protettiva, cioè il meccanismo destinato a prevenire gli infortuni.