I libici hanno sparato da una motovedetta regalata dall’Italia (video). Di Maio bacchetta i pescatori
Le motovedette da cui i libici sparano sui nostri pescherecci sono i nostri, anzi, lo erano. L’imbarcazione che ieri ha preso di mira i pescatori di Mazara del Vallo al largo della costa della Libia è una motovedetta regalata dall’Italia qualche anno fa, giusto per tenerci buoni governi provvisori e rivoltosi. Ovviamente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nella sua timidissima difesa dell’imbarcazione italiana, con tanto di bacchettata ai pescatori, non fa nessuna menzione di quel clamoroso paradosso.
La motovedetta regalata dall’Italia alla Libia
Arriverà non prima dell’alba di domani al porto di Mazara del Vallo (Trapani) il peschereccio ‘Aliseo’, colpito ieri nello scontro con la Guardia costiera libica a 35 miglia a Nord della costa di Al Khums. Il comandante della nave, Giuseppe Giacalone, è rimasto lievemente ferito al braccio e alla testa colpito dalle schegge del vetro della cabina ed è stato soccorso dalla nave militare ‘Libeccio’, con sette uomini di equipaggio a bordo. Ma chi ha attaccato con le armi il nostro peschereccio? Non c’è dubbio: la vedetta della cosiddetta Guardia Costiera libica che ha sparato colpendo uno dei pescherecci di Mazara del Vallo è il pattugliatore 660 Ubari, ex classe-Corrubia GDF dato dall’Italia alle milizie libiche. Una donazione del 2018 che comprendeva dieci motovedette della 500 ex Guardia Costiera ristrutturate e due motovedette della classe Corrubia dismesse dalla flotta della Guardia di Finanza. Dovevano servire a contenere il flusso di immigrati clandestini verso l’Europa e ad assicurare il controllo della zona di ricerca e soccorso (SAR) libica senza l’aiuto delle forze navali straniere, ma a quanto pare vengono utilizzate per controllare i nostri pescatori. L’Italia garantisce anche la manutenzione e l’addestramento degli equipaggi per un valore di 2,5 milioni di euro complessivi. La motovedetta regalata dall’Italia se funziona così bene è anche e soprattutto grazie ai soldi anche di quei pescatori sui quali sono stati sparati colpi di mitraglia.
Il ministro Di Maio dà la colpa ai pescatori italiani
“Al di là degli sconfinamenti dei nostri pescherecci, è inaccettabile che la guardia costiera libica spari segnali di avvertimento ad altezza uomo”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, commentando a L’Aria che tira su La 7 l’incidente che ha visto coinvolti ieri alcuni pescherecci italiani e una motovedetta libica. “Adesso dobbiamo dirci la verità, quelle acque dove vanno questi pescherecci sono acque pericolose e sono proibite da noi da 10 anni”, ha aggiunto Di Maio, sottolineando che “dall’altra parte del mare c’è un Paese che è ancora in un processo di pace”. “Ringrazio la Marina militare, lo Stato Maggiore della Difesa ed il ministro Guerini, con il quale ieri sono stato al telefono tutto il pomeriggio per capire le condizioni del comandante”, ha tenuto a precisare Di Maio, aggiungendo che “se c’è una minaccia alle nostre imbarcazioni parte l’elicottero della Marina però questo non vuol dire che si può andare a pescare lì”.
L’attacco di Urso (FdI) al governo
Critiche dal governo arrivano dalle fila dell’opposizione. “Ora basta: il governo agisca! Il 3 novembre facendo riferimento proprio al sequestro dei nostri pescatori presentammo una mozione parlamentare in cui delineavamo come il governo avrebbe dovuto muoversi per risolvere la questione delle acque marittime nel caso della Libia e con gli altri Paesi mediterranei. Se ci avessero ascoltato il dramma non si sarebbe ripetuto. Dobbiamo aspettare il morto affinché si affronti seriamente la questione? Il Parlamento discuta subito e approvi la nostra mozione, e il governo agisca di conseguenza senza ulteriori indugi e infingimenti”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, capogruppo commissione Esteri.