Offese a Mattarella, perquisito e indagato il professor Gervasoni, editorialista de “Il Giornale”
E’ Marco Angelo Gervasoni, editorialista del quotidiano Il Giornale e del Messaggero, già collaboratore del Corriere della Sera, professore ordinario di Storia contemporanea all’Università degli studi del Molise, studi alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, uno degli 11 indagati e perquisiti dal Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma nell’operazione coordinata dalla Procura di Roma nell’ambito dell’indagine per minacce a offese al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il nome di Gervasoni lascia stupefatti fra l’elenco di coloro che hanno subìto il blitz deciso dai magistrati romani.
Il docente ha un curriculum importante e denso. E il fatto che sia stato tirato in mezzo dalla Procura di Roma in una vicenda del genere ha il sapore amaro di un violento e inaudito attacco alla libertà di parola e di pensiero, garantito dall’articolo 21 della Costituzione italiana. Se non è un regime, gli assomiglia molto.
“Giù le mani da Gervasoni che è un ottimo professore ed eccellente editorialista con l’unico vizio di non essere di sinistra“, reagisce, su Twitter, il direttore di Libero Vittorio Feltri.
“L’ironia,la signorilità e l’intelligenza di Sergio Mattarella eviteranno qualsiasi contesa mediatico-giudiziaria col mite e anticonformista Marco Gervasoni“, assicura, sempre su Twitter, il deputato di Forza Italia, Gianfranco Rotondi, ex-democristiano come lo era l’ex-democristiano – ma di sinistra – Sergio Mattarella prima di indossare i panni – stretti – di uomo sopra le parti.
Storico e saggista, già direttore scientifico della Fondazione Craxi, Gervasoni era finito nei mesi scorsi nella bufera mediatica per un tweet ironico sulla vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elly Schlein che gli costò anche un rinvio alla Commissione etica da parte del Senato accademico dell’ateneo.
“Ma che è, n’omo?“, commentò Gervasoni la copertina de “L’Espresso” dedicata alla Schlein nel settembre 2020.
Il professore reagì sostenendo che il suo era un “esperimento sociale“: “Si possono fare commenti sul fisico della Meloni, di Salvini, Trump e Berlusconi. Mentre non è consentito farlo su esponenti di sinistra. Lo abbiamo visto molte volte. Ho pensato quindi di fare questo piccolo esperimento dopo aver visto l’interessante copertina de ‘L’Espresso’, che giocava sull’immagine mascolina di Schlein, la quale è stata più volte definita gender fluid“, disse il docente all’epoca dei fatti.
In precedenza, nel settembre 2019, un altro tweet aveva provocato l’interruzione del rapporto con la Luiss, dove insegnava – a contratto – Storia comparata dei sistemi politici: “Ha ragione Giorgia Meloni, la nave va affondata. Quindi Sea Watch bum bum, a meno che non si trovi un mezzo meno rumoroso” la frase ‘incriminata’. E subito censurata dai sedicenti buonisti.